Michelle, un potente uragano di categoria 4, fu il terzultimo del 2001, ma anche il più forte uragano a colpire Cuba dal 1952. Lasciò una grave devastazione sia in America Latina che nelle Bahamas. Con un singolare percorso, spinto da forti venti sudoccidentali, attraversò Cuba sulla Baia dei Porci e si diresse verso nordest. L’interazione con il terreno di Cuba e successivamente delle isole Bahamas, ne distrusse la circolazione depressionaria. Fu distinguibile per ancora solo 18 ore, per poi venire assorbito da un sistema frontale a nord dell’isola di Eleutera.
Se dal punto di vista della meteorologia tropicale, Michelle ebbe corta vita, ben diversa fu la sua sorte e ben più ampi furono i suoi effetti a livello emisferico.
La tempesta in moto verso nord si comportò come una forte sorgente di fenomeni diabatici. Sottovento alla zona di più alto riscaldamento diabatico, si creò una larga area di forte vorticità potenziale negativa. Quest’ultima si estese sino al livello della tropopausa e coprì una zona compresa tra la Groenlandia e l’Atlantico nordorientale.
Questo promontorio di bassa vorticità originò sull’Europa un’intrusione di vorticità potenziale dalla stratosfera verso la troposfera a livello della tropopausa. L’elongazione si spinse a sud sino al Mediterraneo. Durante tutto l’episodio, il gradiente di vorticità potenziale indusse la creazione di una forte corrente a getto sulla periferia del promontorio.
L’Algeria fu colpita dalle più intense piogge torrenziali che si potessero ricordare a memoria d’uomo, in concomitanza con la creazione di un ciclone extratropicale Mediterraneo dovuta all'”arrotolamento” dell’elongazione.
A Ittiri (SS), il 12 Novembre, caddero 30mm così come a Palermo il giorno 14. Palma de Maiorca vide più di 55mm durante il solo giorno 11 Novembre.