L’inatteso peggioramento di Capodanno sarà definitivamente realtà: oramai i modelli matematici hanno eseguito gli ultimi aggiustamenti dopo le ampie differenze viste fino a ieri. Il colpo di coda della goccia fredda, ora sulla Francia, ha certamente preso in contropiede le mappe di previsione, che ormai da giorni proponevano una sicura fase anticiclonica per l’inizio del 2009.
L’insidioso nucleo freddo, nient’altro che l’ultimo residuo della lunga irruzione fredda di provenienza balcanica, tornerà sui propri passi tornando riavvicinandosi al territorio italiano nelle prossime 24 ore. Allo scoccare della mezzanotte di domani (San Silvestro) le mappe inglesi vedono il piccolo vortice sulla Svizzera: da tale posizione potrebbe generare correnti nord-occidentali in quota sull’estremo Nord-Ovest dell’Italia, smorzando le precipitazioni nevose su Val d’Aosta e zone occidentali e settentrionali del Piemonte.
L’esatto posizionamento del vortice sarà determinante sulla reale entità e distribuzione delle precipitazioni; una posizione di poco più arretrata verso ovest sarà sufficiente a rinvigorire le precipitazioni al Nord-Ovest ed allo stesso tempo accentuare il richiamo sciroccale mite nei bassi strati sui settori di Nord-Est. Con le ultime elaborazioni, la neve fino in pianura (senza accumuli di particolare rilievo) si potrebbe infatti vedere durante le prime ore del 1° Gennaio anche sull’Emilia, zone interne della Romagna e gran parte del Veneto. In prima fila restano le zone del Nord-Ovest, ove il cuscinetto freddo assicura una maggiore resistenza.
Nella giornata di Capodanno il vortice freddo si sposterà ulteriormente verso est-sud/est, causando la genesi di una depressione al suolo sul comparto centrale tirrenico in evoluzione dalle Baleari alla Sardegna ed al Tirreno Centrale. Questo sarà causa di una fase perturbata verso le regioni centrali, con Scirocco in rinforzo ed innalzamento termico che relegherà le nevicate ai soli rilievi montuosi appenninici.
Secondo le mappe inglesi, un primo contributo freddo orientale interesserà il Nord Italia tra il 2 ed il 3 Gennaio (una -10°C all’altezza geopotenziale di 850 hPa giungerà a lambire le Alpi Orientali), facendo in modo di mantenere attiva la circolazione di bassa pressione sulle regioni centro-meridionali. Sul Centro e parte del Sud Italia l’ingresso freddo sarà del tutto modesto e marginale, ma rappresenterà un antipasto dell’evoluzione successiva.
Una più massiccia intrusione fredda busserà alla porta verso l’Arco Alpino già dal 5 Gennaio, con la genesi di una circolazione di bassa pressione sui mari meridionali italiani. A determinare la discesa fredda dalla Penisola Scandinava sarà un’ampia struttura anticiclonica protesa sul Vicino Atlantico e moderatamente slanciata verso le alte latitudini, fin sull’Islanda ed il Mare di Norvegia.
Il successivo parzialmente spanciamento dell’Anticiclone verso l’Europa Centro-Occidentale determinerà l’ingresso delle correnti gelide polari soprattutto dalla porta della Bora (Golfo di Trieste), con interessamento iniziale soprattutto del Nord Italia. Nelle giornate successive l’aria fredda sarà progressivamente pilotata, da una relativa depressione al suolo, anche su tutte le regioni centro-meridionali.
Il periodo freddo è destinato a protrarsi fino almeno al 9 Gennaio: le dinamiche sono tuttavia ancora ampiamente da confermare, ma l’irruzione fredda attorno all’Epifania è alla base di tutte le indicazioni dei principali modelli sul lungo periodo. Le ECMWF indicano un’irruzione fredda di notevoli proporzioni (la -14°C all’altezza isobarica di 850 hPa raggiungerà le Alpi), ma non certo di portata storica.