L’inverno 2008-2009 si è proposto all’insegna di una semi-zonalità permanente, con flussi perturbati di estrazione atlantica accompagnati da infiltrazioni di provenienza orientale.
In questo contesto si è rispettato un fattore climatico, quello latitudinale, con una penisola spaccata in due; il nord alle prese con nevicate copiose sino in pianura e la restante parte della nazione coinvolta in pesanti azioni piovose, con abbondanti accumuli nivometrici alle quote medio-alte dell’Appennino.
Negli ultimi tempi abbiamo potuto osservare la fase positiva del NAM che propone una memoria storica ben poco favorevole ad azioni fredde eclatanti, essendo fautore o co-partecipe di movimenti sinottici di tipo zonale, come del resto è accaduto; naturalmente una concomitanza di elementi, quali ad esempio le SST, solo per citarne uno, ha permesso una continua vivacità.
L’evento in questione, ovvero la ventura discesa di aria polare, è quindi dovuto ad un forte sconvolgimento della condizione meteo-climatica teleconnettiva e ben sappiamo che il massimo esponente di questa “corrente” è lo strat-warming, l’improvviso riscaldamento che dalla stratosfera si propaga verso il basso, sino a sovvertire l’evoluzione barica e la tendenza meteorologica dei giorni successivi.
Ciò è accaduto in Europa nel mese di Gennaio e gli effetti più evidenti si manifesteranno nelle prossime ore e, con buone probabilità, anche nel proseguo di Febbraio e nel seguente mese di Marzo. Il potente sudden stratwarming interessa il vortice polare e si diffonde, con effetti imponenti, sino alle quote medio/alte della troposfera.
L’azione stratosferica, con la diffusione dell’energia dall’alto verso il basso, ha permesso una inversione della circolazione atmosferica, altrimenti influenzata permanentemente dal flusso zonale, e si è potuto assistere ad una serie di “fratture” del core del vortice polare che modifica la sua condizione di wave pattern.
L’inversione di circolazione ha permesso il rallentamento delle attività polari e, per conseguenza diretta, una rottura del flusso zonale in favore di una maggior meridianizzazione che, a partire da domani, si esprimerà in un flusso freddo intenso verso il Mediterraneo, generato da una sostenuta matrice retrograda di estrazione polare presente in media troposfera. Nel frattempo il VP continuerà a perdere vigore in modo fisiologico con l’avvicinarsi della primavera meteorologica ed in una situazione di questo tipo è lecito aspettarsi nuovi movimenti regressivi anche nella fine del mese e nei giorni a seguire.
In questa settimana c’è una lieve tendenza a disporre l’asse di saccatura più ad est; in codesta ubicazione sinottica c’è una maggior predisposizione dei settori adriatici e meridionali nel ricevere precipitazioni nevose. In un contesto del genere bisogna però individuare le varie situazioni topo-climatiche e capire l’influenza dell’orografia e del mare, fattori non individuati e calcolati dai centri di calcolo; per questo sarà possibile una fenomenologia di tipo nevoso anche in altre zone del centro che potranno subire la risalita di corpi umidi dal basso Tirreno.
Ci aspettano giornate molto fredde e nevicate diffuse e la condizione meteorologica non muterà sino al 18-19; tra domenica notte ed il periodo compreso tra lunedì/mercoledì potranno verificarsi delle dinamiche atte a precipitazioni nevose consistenti.
Torneremo nelle prossime ore per aggiornare l’evoluzione.