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E giunse il freddo polare

di Andrea Murgia
11 Dic 2007 - 12:37
in Senza categoria
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L'alta pressione oceanica migra verso la Scandinavia e lascia il Mediterraneo esposto ad una retrogressione di un nucleo gelido da est. Scontato che si avrà un consistente calo termico, l'entità del freddo e la localizzazione dei fenomeni non sono ancora certi. Fonte mappa: www.meteogiornale.it/mappe.
E’ ormai certo l’arrivo di aria gelida dai quadranti orientali, prontamente annunciata nell’out-look di Dicembre, nel quale avevamo preso in considerazione l’ipotesi di una dinamica retrograda in un quadro sinottico che avrebbe visto l’emergere dell’alta pressione scandinava.
I segnali teleconnettivi comunicavano una propensione alla formazione di questo sistema barico e, grazie all’erezione verso nord dell’anticiclone azzorriano, possiamo assistere ad un cambiamento radicale delle condizioni meteorologiche nella nostra nazione.

Nella giornata odierna subiamo gli effetti di una vecchia area ciclonica che sta gradualmente collassando verso sud/sud-est, sospinta dalla rimonta anticiclonica che ha tagliato il flusso da nord-ovest facendo spanciare la depressione verso oriente. L’area basso pressoria dà vita a precipitazioni sparse nelle regioni centro-meridionali ed, al contempo, funge da esca in questo gioco sinottico tra Azzorre e freddo polare.

Nell’analisi teleconnettiva abbiamo analizzato diversi fattori che tendevano a ritenere possibile la formazione dello scandinavian pattern. Bisogna chiarire che lo SCAND, sia esso positivo o negativo, è uno dei pochi index strettamente correlati alla variazione di altri dati e perciò proprio per questa sua dipendenza, diviene l’esplicitazione di uno status globale, nella fattispecie propenso alla variabilità ed alle ondulazioni.
Possiamo notare che laddove si edifica l’HP azzorriano, con ottima espansione ed alimentazione ai vari livelli troposferici, come per contrasto si osserva la vivace e profonda attività del VP canadese. Questa speculare visione barica è figlia dello scarto pressorio e termico tra i due protagonisti che, quasi in una contesa medievale, si misurano in duello l’egemonia dell’Atlantico.
Ma proprio questa fervente laboriosità è sintomatica di una condizione generale propensa, in particolar modo, alle meridianizzazioni o, se vogliamo, alle ondulazioni delle onde di Rossby e successivamente ad onde barocline che, proprio da queste dinamiche, possono “partire” e formare minimi secondari molto importanti.

L’aria fredda giungerà vigorosa nel Mediterraneo ma bisogna andare cauti nella previsione, a partire dai valori termici che giungeranno ad 850hPa.
Ad oggi i centri di calcolo prevedono un range compreso tra -5/-10°C su tutta la Penisola, con diffusi picchi di -7/-9°C a 1440m: ma sarà davvero così?

Le possibilità che questi dati trovino conferma sono buone ma bisogna essere parsimoniosi con l’elargire i parametri poiché i modelli non inquadrano alla perfezione tutte le variabili in gioco.
Il Mare nostrum, specie quello Adriatico in questo caso, è abbastanza caldo e senz’altro fornirà una azione mitigante; l’orografia potrà aggiungere qualche altra complicanza alle previsioni dei vari centri meteorologici che producono mappe meteo.
Un esempio che può valere per tutti, è l’attivazione di venti di Bora Calda e Garbino che rappresentano caratteristiche climatiche del nord-est, spesso responsabili dell’aumento della quota neve rispetto alla previsione impostata.

Al contempo, notiamo una parsimoniosa distribuzione delle precipitazioni che vedrebbero interessare maggiormente il settore orientale della Penisola, con possibili nevicate sino in pianura o sulle coste. Solo in queste ore si inizia ad osservare un timido segnale da parte dei modelli nel prevedere minimi secondari e richiami umidi libecciali, con attenzione particolare al settore tirrenico.
E’ bene sottolineare che sul bordo orientale del blocco anticiclonico azzorriano potranno azionarsi dei nuclei basso-pressori, figli dell’azione del getto che produrrà secondarie onde con possibili chiusure a riccio (minimo) che scivoleranno verso sud-est, approfondendo la struttura depressionaria ed aiutando la possibile venuta del richiamo caldo-umido da sud-ovest.

Sarebbe azzardato spingersi oltre in questa previsione, così complessa ed ancora ad una buona distanza temporale dal clou dell’evento. Abbiamo l’obbligo però di essere pronti ad osservare con lucidità e freddezza questa dinamica di tipo retrogrado che porterà un sostenuto crollo termico ed i presupposti per nevicate diffuse.
Non dobbiamo dimenticare che l’aria continentale provvederà alla formazione di numerosi “cuscini” di aria fredda nelle valli, sugli altopiani e nelle zone di pianura con carattere di continentalità; in queste zone basterà una buona tempistica per dar vita a precipitazioni nevose sino a quote pianeggianti o di bassa collina.

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