Difficile ipotizzare un andamento stagionale di siffatta natura. Gennaio, statisticamente, era considerato un mese poco piovoso e moderatamente freddo. Quelle che in gergo venivano definite le “secche di gennaio” rappresentavano null’altro che un periodo più o meno prolungato in compagnia dell’Alta delle Azzorre. Poi arrivava febbraio e con esso la probabilità di ondate di freddo – o addirittura gelo – si accrescevano. Magari per mano dell’Anticiclone Russo-Siberiano, oppure per quella naturale accelerazione degli scambi di masse d’aria lungo i meridiani.
Ora la domanda è: quest anno che si è visto di tutto ciò? Beh, la risposta è relativamente semplice: poco o nulla. Perché al di là di qualche giorno di freddo e di estemporanee rimonte anticicloniche – peraltro di origine nord africana, non certo oceanica – stiamo vivendo una stagione autunnale infinita. Sia per quel che concerne le temperature, sia per quanto riguarda le precipitazioni. Precipitazioni fin troppo abbondanti, violente, che mettono a nudo tutte le fragilità idro-geologiche di un territorio – quello italiano – decisamente maltrattato.
Dopo Sardegna, Calabria, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Puglia, le alluvioni hanno raggiunto anche Lazio e Toscana. Come scritto in apertura la situazione resta critica, ma la previsione odierna indica una sensibile attenuazione dei fenomeni o addirittura la cessazione. Ora l’attenzione andrà rivolta alle regioni Meridionali, in modo particolare al versante ionico. Qui permane la burrasca di Scirocco, che oltre ad ingrossare oltremodo il mare, ostacolerà il naturale deflusso dei corsi d’acqua. I temporali che risalgono dal Mar Libico hanno già investito la Sicilia orientale, apportando accumuli significativi, ma la situazione è destinata a peggiorare ulteriormente nelle prossime ore. Piogge a carattere alluvionale potrebbero espandersi anche verso la Lucania e la Puglia Salentina.
Tra l’altro la quota neve, causa rialzo termico, risulterà confinata oltre i 1800 metri e la neve caduta i giorni scorsi verrà fusa andando in tal modo a generare ulteriore quantitativi d’acqua. Per quel che concerne il capitolo neve non possiamo non citare le Alpi. Alpi che per l’ennesima volta hanno vissuto nevicate estreme, in particolare i settori orientali. Vi sono ancora delle località, tra Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, isolate da oltre 150 cm di neve cadute in meno di 24 ore. Purtroppo anche in questo caso prevediamo un rialzo della quota neve, c’è da dire infatti che insisteranno delle precipitazioni di maggiore intensità proprio sul Nordest, mentre ad ovest giungerà un’altra perturbazione nel corso del pomeriggio. Il rischio valanghe è e sarà altissimo, ragion per cui raccomandiamo la massima prudenza.