Non è facile stabilire, a priori, l’intensità di un’ondata di freddo, e, in genere, anche quelle “leggendarie” del 1956 o del 1985, si sono fatte il nome “sul campo”, ovverosia presentando valori termici che hanno stupito, giorno dopo giorno, l’opinione pubblica ed anche gli esperti del settore.
Spesso l’aria fredda si presenta solo in quota, e stenta a scendere al suolo, oppure, a seconda delle situazioni, può succede l’opposto.
Nei casi “limite”, abbiamo avuto cadute di neve “chimica” in Val Padana, in Gennaio, con freddo e gelo sulle pianure del Nord, mentre su monti e colli dominava un caldo Sole primaverile!
Valutare, quindi, l’intensità di un’irruzione non è mai facile, anche se alcuni parametri è giusto definirli.
Attualmente, siamo sotto un’irruzione di aria artica, di provenienza polare, e non siberiana.
Si tratta di freddo che si è staccato dal Polo, sotto forma di un’enorme goccia, nei giorni scorsi, e che adesso sta traslando verso il Mediterraneo centrale, grazie all’espansione in senso meridiano dell’Anticiclone delle Azzorre.
Caratteristica di questo tipo d’aria Artica marittima, è quella di essere freddissima alle quote alte dell’Atmosfera, meno fredda, invece, in prossimità del suolo.
Per il suo elevato spessore verticale l’aria fredda è in grado di scavalcare agevolmente l’Arco Alpino, riversandosi con facilità sul Mediterraneo, il quale, essendo un mare caldo, reagisce all’invasione con il rapido sviluppo di una profonda depressione sui nostri mari centro meridionali.
Ma le mappe odierne ci mostrano anche un’altra novità: il tentativo dell’Aria Siberiana di muoversi verso occidente, con lo scopo di invadere il nostro Continente Europeo.
Il redivivo Anticiclone Russo, infatti, si è posizionato sulla Russia Europea, poco ad ovest degli Urali, con un suo massimo barico al livello del mare di 1055 hPa.
Contemporaneamente, sul suo lato meridionale, all’incirca all’altezza della Mongolia occidentale, è presente un nucleo di aria freddissima staccatasi dalla zona siberiana della piana di Verkojansk, la più fredda del nostro emisfero settentrionale, durante la stagione invernale.
Qui si registrano gelide isoterme di 25-30°C sotto lo zero ad 850 hPa.
Muovendosi di moto retrogrado, cioè da est verso ovest, l’avvezione fredda siberiana si è attualmente attestata su di una linea che va dalla Penisola di Kola fino al Mar Caspio, in attesa di invadere almeno la Russia europea.
Ma cosa aspetta per invadere il nostro Continente?
In realtà aspetta che si formi un asse di congiunzione tra l’Alta pressione delle Azzorre e quella Russa posizionata, come detto, sugli Urali.
Allorché si formasse questo “ponte” anticiclonico, l’aria siberiana troverebbe le condizioni favorevoli al proprio ingresso in campo europeo, forse anche sul bacino centrale del Mediterraneo
Tuttavia, allo stato attuale, i modelli previsionistici non sono in grado di confermare questa ipotesi, che apporterebbe sulla nostra Penisola un gelo crudissimo: la facilità con la quale mutano le proprie indicazioni di run in run, esprime tutta la loro difficoltà nell’inquadrare una situazione meteorologica che è decisamente rara per le nostre latitudini.
www.wetter3.de : il fronte d’irruzione dell’aria fredda siberiana, posizionata dalla Finlandia al confine del Mar Nero, ed in attesa di trovare le condizioni favorevoli per avanzare verso levante.