Il flusso zonale, o atlantico che dir si voglia, continua a convogliare in Italia impulsi di natura instabile che determinano precipitazioni localmente vivaci. Il perno dell’intero sistema è quell’ampia depressione ubicata a ridosso dell’Europa occidentale. Questo è quanto sta avvenendo alle nostre latitudini. Se procedessimo verso nord, ancor meglio se verso nordest, osserveremmo una configurazione barica prettamente invernale.
Una massa d’aria gelida sta procedendo ad ovest, invadendo la Scandinavia e presto il Regno Unito. Nel procedere in quella direzione verrà risucchiata dalla depressione atlantica, in ingresso sulla Francia. Dopodiché assisteremo all’intrusione dell’aria fredda dalla Valle del Rodano e non appena sfocerà nel Mediterraneo produrrà un ampio vortice ciclonico che richiamerà ulteriori impulsi freddi. Insomma, si prospetta la zampata finale dell’inverno.
Il tempo domenica 10 marzo
Una nuova perturbazione coinvolgerà le regioni centro settentrionali, determinando delle piogge sparse. Le più intense si manifesteranno, probabilmente, in Toscana, nel Lazio, nel Levante Ligure e sull’Emilia Romagna. Possibile un coinvolgimento anche della Sardegna e della Campania. Lungo il versante tirrenico potrebbero manifestarsi anche dei temporali. La quota neve sarà posizionata attorno ai 1400 metri sull’arco alpino, oltre i 1600/1800 metri nel settore nord della dorsale appenninica. Nelle rimanenti regioni il tempo sarà variabile, con maggiori spazi di sole su Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria ionica e Sicilia.
Lunedì 11 marzo
Ci aspettiamo poche variazioni, in quanto il transito dell’ennesimo impulso instabile dovrebbe determinare delle precipitazioni grosso modo nelle stesse regioni indicate pocanzi. In serata, tuttavia, nubi e rovesci di pioggia inizieranno a manifestarsi sulla Sicilia occidentale, estendendosi al resto del sud – eccezion fatta per la Campania e la Puglia Garganica – durante la notte successiva.
Da martedì temperature in calo
Inizierà ad affluire aria più fresca nord atlantica, che accompagnerà il passaggio di una nuova perturbazione con effetti che si esplicheranno maggiormente nelle regioni centro meridionali sul lato tirrenico. I venti tenderanno a rinforzare da occidente, come detto caleranno le temperature e con esse la quota neve. Sulle Alpi, settori confinali, saranno possibili le prime nevicate attorno o localmente al di sotto dei 1000 metri. Sull’Appennino centro settentrionale si attesterà mediamente sui 1400 metri.
Nelle giornate di mercoledì e giovedì ci aspettiamo una massiccia intrusione d’aria fredda, che andrà ad alimentare un’ampia depressione in formazione tra la Corsica e l’alto Adriatico. Il forte calo delle temperature determinerà, ovviamente, un ulteriore abbassamento della quota neve. Le precipitazioni nevose cominceranno a spingersi a bassa quota anche sulla dorsale appenninica, raggiungendo localmente le colline.