Questa prima fase si concluderà con una temporanea, ma non decisiva, discesa dell’HP atlantico verso le nostre regioni centro settentrionali. Avanzamento che, data la vicinanza con la figura pressoria di bassa (ubicabile sulle nostre regioni meridionali), provocherà un rinforzo dei venti di provenienza continentale (ENE) in direzione delle nostre regioni di levante. Qui potrebbe esserci l’occasione per precipitazioni, regioni del medio e basso Adriatico, a quote intorno ai 600/800 mt circa.
Tuttavia l’intera evoluzione, dopo tali date si evidenzia ancora più interessante. Dopo il temporaneo aumento del campo pressorio sul Mediterraneo centrale; l’ anticiclone atlantico, tornerà sui suoi passi e lascerà un varco aperto per nuove pulsazioni di aria fredda polar /marittima.
Come abbiamo spesso accennato questa struttura di alta, condizionata dal vortice freddo canadese, non dovrebbe reggere per molti giorni la spinta dinamica verso nord e ripiegare, tramite una relativa rotazione del suo asse, verso nord est. Da qui potrebbe scaturirne un più corposo e deciso avanzamento di aria fredda di matrice continentale che, con tutta probabilità, potrebbe guadagnare terreno verso la nostra Penisola, stabilendovisi, e con il tempo acquisire prerogative di maggior persistenza.
Un mese di dicembre, che tranne che delle normali stasi, viene a prospettarsi (verrebbe) come uno dei più freddi di questi ultimi anni. Certamente qualcuno si aspetta quale possa essere il tempo per Natale.
Dalle attuali proiezioni, che ricoprono una scala temporale molto estesa, pur se si riesce ad “assemblare” un tendenza “fredda”, non possiamo prendere in esame una scadenza temporale “così a lungo raggio”; poiché i margini di errore, che si possono raccogliere anche sul medio e breve termine, possono divenire enormi.