Stiamo ragionando, da giorni, su quello che potrebbe essere il trend meteo climatico del mese di dicembre. In realtà i modelli fisico matematici ci stanno già fornendo qualche dettaglio circa quella che potrebbe essere l’evoluzione della prima decade, un’evoluzione che potremo definire estremamente interessante se non addirittura scoppiettante.
Come ben saprete sono giorni di grande fermento, la circolazione sta mutando e tali variazioni ci riguarderanno direttamente. Il riassetto barico prevede una dislocazione del Vortice Polare dalla propria sede, difatti avremo uno spostamento in direzione dell’Euroasia e ciò comporterà un sostanziale raffreddamento della Siberia.
Non solo, in virtù di tale dislocazione le nostre regioni saranno inizialmente coinvolte da alcune perturbazioni atlantiche ma in seguito potrebbero realizzarsi dinamiche favorevoli al freddo. Anzitutto i primi giorni di dicembre potrebbero proporci l’ennesimo, severo peggioramento. Peggioramento indotto dalla scivolamento di una massa d’aria fredda tra la Penisola Iberica e il nord Africa, laddove andrà a scavarsi un’ampia depressione il cui movimento settentrionale dovrebbe riproporre maltempo anche in Italia.
Dopodiché i modelli matematici di previsione lasciano intendere alcuni rapidi impulsi artici, tali da far scendere le temperature su valori invernali e le eventuali precipitazioni annesse potrebbero assumere carattere nevoso a bassa quota.
Ma ciò che più interessa è il prosieguo mensile. Perché se è vero che avverrà una dislocazione del Vortice Polare è altrettanto vero che il ritorno in sede potrebbe coincidere con un rafforzamento della stessa struttura ciclonica. Da qui il rebus. C’è chi ipotizza un rafforzamento tale da condizionare – negativamente – la stagione invernale almeno sino a gennaio, chi invece ritiene che in tal modo vadano ad attivarsi nuovi attriti capaci di innescare disturbi ancor più consistenti dei precedenti.
Disturbi che potrebbero debilitare ulteriormente un Vortice Polare mai saldo al comando, conducendoci pertanto verso un processo che vedrebbe addirittura la rottura (split) dello stesso. Chiaro che quest’ultima ipotesi spalancherebbe le porte a dinamiche invernali ben più interessanti, per certi versi dinamiche estreme che potrebbe avere ripercussioni eclatanti in varie zone del vecchio continente.
Prematuro, ad oggi, spingersi oltre. Dovendo darvi la nostra opinione siamo più propensi a credere nella seconda ipotesi e quindi a processi di ulteriore indebolimento del Vortice Polare. Con quali conseguenze sul nostro Paese lo vedremo allorquando tali dinamiche dovessero effettivamente realizzarsi.