Era statisticamente improbabile e alla fine non è accaduto. Dennis non è riuscito a scendere sotto i 920 hPa di pressione minima, significa che non siamo in presenza del ciclone extratropicale più intenso di sempre. Ciò non toglie però che, dati alla mano, si sia trattato di una tra le prime dieci tempeste extratropicali mai registrate (non solo in Atlantico, ma in tutto il Pianeta).
Alcuni fenomeni legati al suo sviluppo rendono “Dennis” unico nel suo genere. E’ stata una tempesta che passerà agli annali della meteorologia e sarà ricordata a lungo ad esempio per il cosiddetto effetto Fujiwara, ovvero per l’interazione con un’altra tempesta, già matura, precedente. Non solo, verrà ricordata anche per la presenza di un fronte freddo di oltre 9000 chilometri, qualcosa di veramente incredibile…
Per quanto riguarda l’effetto Fujiwara, come detto rappresenta un’interazione tra due vortici ciclonici sia che si tratti di tempeste extratropicali sia che si tratti di cicloni tropicali. Le due strutture, condividendo lo stesso minimo di bassa pressione, si muovono l’una attorno all’altra. Il fenomeno prende il nome dal meteorologo giapponese Sakuhei Fujiwara, colui che per la prima volta descrisse questo tipo di interazione.
L’interazione può avvenire in diversi modi, a seconda della distanza che separa i vortici ciclonici, della differenza di intensità e della loro dimensione. Si stima che la distanza minima tra due cicloni per poter dar luogo al fenomeno sia di 1400 km, o inferiore.
Se questa distanza dovesse scendere a 300 km, il vortice più intenso andrebbe ad assorbire quello meno intenso. È ciò che è accaduto tra il tempestoso “Dennis” e il suo predecessore.
Un altro fenomeno legato agli intensi processi ciclogenetici che si stanno verificando nel Nord Atlantico negli ultimi tempi, è stato quello della formazione di un fronte freddo con oltre 9000 km di estensione. Partiva dalla Florida, quindi dagli Stati Uniti, attraversando l’intero Atlantico fino a raggiungere l’Europa occidentale.
Questo fronte freddo separa, idealmente, le masse d’aria polari e artiche a nord, dalle masse subtropicali calde e umide a sud.