Il crollo di una diga lungo il Danubio a Bistret, nel sud della Romania, ha costretto circa 4.000 persone alla fuga. Le autorità locali stimano che migliaia di persone abbiano già lasciato le zone in cui vivono dopo le inondazioni che hanno interessato zone situate a chilometri di distanza dal letto del fiume, le cui acque hanno raggiunto il livello più alto da oltre un secolo a questa parte.
Mentre continua a crescere la pressione sulle barriere protettive lungo gli argini nella parte orientale del paese, le autorità stanno pianificando, anche in previsione dell’arrivo di forti piogge per mercoledì e giovedì, nuovi interventi di inondazioni controllate di terreni agricoli per evitare che la pressione sia troppo alta lungo le dighe che proteggono i centri abitati.
Sono migliaia le persone evacuate da due villaggi della Romania occidentale mentre la piena record del fiume Danubio avrebbe provocato lo sfondamento di una seconda diga nel Paese. I villaggi di Rast e Negoi sono i più colpiti dalle inondazioni a seguito del crollo di una diga avvenuto la domenica di Pasqua. Oltre 3.000 persone sono state evacuate negli ultimi due giorni da Rast, hanno annunciato oggi le autorità locali, mentre a Negoi l’ordine di evacuazione è scattato per 400 persone.
In Bulgaria, il presidente della repubblica Georgi Parvanov ha visitato martedì la città di Vidin, vicino alla quale le acque del Danubio hanno raggiunto 9,72 metri di altezza. Non manca quindi molto ai fatali 10,33 metri raggiunti i quali si procederà all’evacuazione di oltre 10mila abitanti.
Secondo Parvanov la situazione è sotto controllo ed esiste “un’ottima cooperazione con le autorità serbe” per andare incontro alla calamità naturale. I servizi di protezione civile e reparti dell’esercito bulgaro controllano 24 ore su 24 il livello del fiume e provvedono al rafforzamento delle dighe lungo la riva. Nelle ultime 24 ore le acque del Danubio presso il maggiore porto bulgaro sul fiume, Russe, non sono aumentate, ma il loro alto livello rimasto così da diversi giorni ha già intriso le dighe di sacchetti di sabbia, rendendole meno resistenti. Si sta aggravando la situazione nella città di Nikopol, dove all’inondazione di quattro giorni fa di alcuni dei suoi quartieri si è aggiunta una pericolosa invasione di zanzare che molestano la popolazione con il rischio di diffondere malattie infettive.
Dopo aver portato devastazione nei Balcani, la piena del Danubio minaccia anche l’Ucraina. Con una portata di sedicimila metri cubi al secondo, più del doppio del normale nel mese di aprile, il fiume sta mettendo alla prova gli argini e le protezioni erette nella regione di Odessa, dove si getta nel Mar Nero. Diverse migliaia di persone sono state sgomberate dalle proprie abitazioni in Serbia, Romania e Bulgaria e anche se le autorità di Belgrado hanno fatto sapere che il peggio è passato, diverse aree della regione potrebbero restare sotto l’acqua per mesi.
Più di 600 case sono state allagate a Rast e 115 sono crollate a seguito delle inondazioni. A Negoi sono state contate 150 case allagate. Anche una strada principale è stata sommersa dalle acque. Centinaia di uomini della protezione civile e volontari intanto sono ancora impegnati a riparare la diga e a soccorrere gli abitanti. Nel porto di Galati, in Romania orientale, i livelli del Danubio hanno raggiunto i 6,48 metri, avvicinandosi sempre più al record di 6.56 metri del 1921.
Il fiume Tibisco (Tisza), anch’esso in piena, potrebbe raggiungere giovedì un’altezza record di 10 metri. Lo ha reso noto l’Ufficio tecnico nazionale ungherese (Omit). Mentre la piena del Danubio si è spostata a minacciare Serbia, Bulgaria e Romania, resta ancora particolarmente minacciosa la situazione del Tibisco nei pressi della città di Szeged, circa 200 km a sud di Budapest, dove la piena del fiume minaccia 50mila abitazioni. Anche altri affluenti del Danubio (Sava, Timis) hanno raggiunto livelli preoccupanti.
Attualmente le persone evacuate per le alluvioni sono 523. Ma restano in pericolo ancora 17mila abitanti di 40 località. Già martedì mattina il picco del Tibisco ha infranto un record, stabilito nel 1970, raggiungendo a Szeged quota 9,60 metri. Nella città di Szolnok si sono quasi toccati i 10 metri.
Sono stati preparate difese lungo il corso del Tibisco. Il livello di guardia è stato superato nella parte sud del corso del fiume lungo 716 km, ha spiegato l’Omit. Almeno 11mila uomini, tra cui militari e volontari, sono stati mobilitati per cercare di contenere la piena ed effettuare i preparativi per eventuali emergenze.