Tale elaborazione, ridisegnata attraverso vettori che parte da un punto “x” certo, potrebbe segnare l’evoluzione di questo “bolide gelido” tra il 27 ed il 30 del c.m.. La pesante attività di smantellamento anticiclonico, esercitata dal dilagante “lago gelido”, inizierà a produrre i suoi effetti già dal prossimo lunedì. Non sarà certamente una situazione fulminea, ma necessaria all’affermazione del freddo e della neve a partire dalle terre germaniche, in spostamento verso l’Inghilterra e Francia ed infine….
… qui potrebbe iniziare la storia italica.
Sembra che le qualità estremamente fredde di questa massa d’aria, in graduale affermazione su quasi l’intera Europa, siano perfettamente in grado di annullare la forza anticiclonica ora presente sulla parte centrale del nostro Continente e farla flettere, nel suo fianco/bordo orientale, in una “atipica” configurazione dinamica dell’HP convesso verso ovest. Disposizione barica quindi “antizonale”
A questo punto il “binario” parrebbe delinearsi in maniera molto più chiara. L’aria, ex origini siberiane, percorrerebbe le pianure dell’Europa di “oltre cortina” (Alpi) dirigendosi, come evidenziato dai vettori in blu, verso la parte centro settentrionale della Francia e da quel punto, salvo naturali intrusioni dalla “porta della bora”, si presenterebbe “gonfia e carica” attraverso alla “Fossa del Rodano”.
Tale situazione sarebbe in grado di ricreare le situazioni ideali per freddo, più o meno accentuato, dal nord a sud della Penisola, ed abbondanti nevicate sempre su dette aree. Conosciamo perfettamente che una massa d’aria di natura “pellicolare” (gelida), in contatto con un “Mare mite”, genera delle depressioni ed instabilità molto marcata e diffusa in congiunzione, soprattutto, all’orografia particolare del territorio italiano.
Dobbiamo pensare, a questo punto, che non vi saranno delle zone particolarmente favorite, ma che tale e “desiderata ” meteora possa interessare, a fasi alterne, un buon tre quarti del nostro Paese essenzialmente a quote anche pianeggianti (centro nord). Tali manifestazioni potrebbero presentarsi di forte intensità ed accompagnate da attività, localmente, anche temporalesca.
Ci apprestiamo, quasi sicuramente, a vivere uno dei momenti più emozionanti degli ulti 10/15 anni. Paragoni ad “epoche storiche” al momento non siamo in grado di decifrarle. Nell’ estrema globalità di quello che ci viene proposto, quindi analizzato, possiamo fare solo accostamenti all’inverno del 1956, ma usando molta fantasia ed estrema cautela. Per ora mancano gli elementi “essenziali” che ci possano far pensare ad una lunga fase perdurante del freddo.
p.s.: la data del 1956 è stata solo citata in quanto l’aria fredda, all’epoca, si presentò in una similare situazione. Nulla di più.