Le vicende perturbate intendono lasciare il loro marchio indelebile in questa seconda parte di novembre: un primo fronte ha portato maltempo su gran parte d’Italia e il rallentamento dell’evoluzione verso levante fa in modo che il perno del vortice resti ancora collocato sul Tirreno Centro-Meridionale, in posizione comunque più traslata verso sud/est rispetto al Mar Ligure, ove agiva ieri la depressione.
Il grosso dell’instabilità si sta concentrando sul Basso Tirreno, ove si è tuffato il corposo nucleo freddo in quota che ancora contrasta con il risucchio di masse d’aria umida richiamate dai quadranti sud/occidentali. Aria ancor più calda continua a risalire sull’Europa Orientale, ove agisce un blocco anticiclonico che impedisce ai fronti perturbati di poter scorrere verso levante.
Un miglioramento parziale si sta nel frattempo affermando sul Nord Italia, dopo le ulteriori abbondanti precipitazioni, che hanno colpito in particolar modo il Veneto ed il Friuli. Per fortuna la fase perturbata non ha avuto connotati di particolare persistenza e questa tregua consente di alleggerire l’entità delle nuove piogge cadute, i cui effetti sui principali corsi d’acqua sono stati esaltati dalla quota neve relativamente elevata sui rilievi alpini.
Un nuovo assalto perturbato è già all’orizzonte, collegato ad un profondo vortice di 970 hPa collocato ad ovest dell’Irlanda: le nazioni occidentali europee sono già sotto gli effetti della perturbazione, che avanza rapidamente verso levante. L’Italia finirà quindi rapidamente soggiogata alla nuova perturbazione, anche se con effetti piuttosto ammorbiditi rispetto alla recente ondata di maltempo, in quanto non è attesa la formazione di una ciclogenesi mediterranea particolarmente attiva.