Verrà sanato il deficit pluviometrico in men che non si dica? Staremo a vedere. Quel che è certo è che le prossime 48 ore vedranno entrare in scena quello che in molti hanno catalogato tra i “cicloni mediterranei”. Preferiamo utilizzare termini di più facile comprensione, meno sensazionalistici ma che nulla tolgono all’eccezionalità del maltempo in arrivo.
Ed allora parliamo di Bassa Pressione. Un’area perturbata particolarmente profonda che sì, come tale, avrà le caratteristiche cicloniche. Una Bassa Pressione che si formerà a sudovest della Sardegna e che si muoverà rapidamente verso nordest. Il rapido spostamento e la mancanza di quel calore marino tipico dell’inizio Autunno, dovrebbero scongiurare la formazione del cosiddetto TLC.
Non vi stiamo dicendo che non si corrono rischi. No. Vi stiamo fornendo una visione meno specialistica di quella che si manifestarà come un’ondata di maltempo di intensità rilevante. Le piogge, su alcune regioni ma non su tutte, cadranno sovente in forma di rovescio o temporale. Ingenti quantità d’acqua nell’arco di poco tempo, il ché espone alcune aree al rischio nubifragi e metterà presumibilmente in risalto la fragilità del nostro territorio. Poi soffieranno venti di burrasca, o persino di tempesta tra la Sardegna e il Tirreno centro meridionale. Ragion per cui non escludiamo mareggiate nei litorali esposti.
Le caratteristiche del peggioramento sono state ampiamente dibattute in altri articoli, quel che preme sottolineare in questo pezzo è la frequenza con cui – nell’ultimo decennio – si verificano eventi eccezionali. Siccità, alluvioni, gelo, caldo record. E’ evidente che ci si trovi dinanzi ad un cambiamento climatico sulle cui cause si potrebbe discutere all’infinito. Colpa dell’uomo? O semplice ciclicità? Quel che conta è che la natura quel che toglie lo ridà. Sarebbe meglio se quanto tolto venisse ripristinato “normalmente”, piuttosto che con ondate di maltempo di tal portata.
Ma se è vero che la natura fa ciò che vuole, è altrettanto vero che l’uomo è un semplice spettatore e come tale può e deve limitarsi alla semplice osservazione. Il giorno in cui saremo in grado di manipolare il tempo atmosferico a nostro piacimento, che resterà di una passione così autentica come quella per la meteorologia?