Da giorni parliamo di break forte dell’estate atteso per la prossima settimana, quando ci attendiamo una sfuriata temporalesca e un diffuso calo delle temperature a seguito di una fase di caldo africano. Sebbene l’entità del guasto meteo si sia ridimensionata, il cambiamento meteo sarà percepito in modo netto.
Siamo o dovremmo essere nel pieno dell’estate e le crisi temporanee della bella stagione possono avvenire più di frequente di quanto si possa credere in pieno luglio, spesso dopo ondate di caldo anche importanti. Per crisi estiva si intende un’interruzione momentanea dell’estate, che poi riprende come se nulla fosse.
La stagione estiva subisce dei break importanti nel periodo compreso fra la fine della seconda e l’inizio della terza decade di luglio, lo si evince dalle statistiche meteo recenti. È accaduto davvero spesso anche negli ultimi anni, luglio 2016 compreso.
Tornando indietro, nel 2011 si era avuta pure la neve fuori stagione sulle Alpi, anche ben sotto i 2000 metri specie appena oltre confine. Come non dimenticare poi il luglio 2000, quando la crisi di mezza estate avvenne un po’ prima, poco prima di metà luglio (vedi qui l’approfondimento).
Nella mappa sopra abbiamo evidenziato le anomalie dei geopotenziali all’altezza di 500 hPa (5500 metri d’altezza) nei periodi dal 18 al 22 luglio dei 5 anni recenti (2010, 2011, 2012, 2013 e 2014), in raffronto alla media climatica dell’ultimo trentennio.
Si nota la propensione delle saccature nord-atlantiche ad affondare in modo anomalo sull’Europa Occidentale fino a propagarsi in direzione del Mediterraneo, dando così luogo a periodi instabili e relativamente freschi, soprattutto sulle regioni centro-settentrionali dell’Italia.
Quest’anno l’eventuale break, d’entità ancora da definire, dovrebbe coincidere sempre in quel periodo, andando a verificarsi subito dopo metà mese. Se confermato, si andrebbe comunque a rispettare la ricorrenza di una crisi momentanea dell’estate proprio nella parte centrale della stagione.