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Corposo ingresso freddo: l’instabilità avvolge il Centro-Sud, neve a quote basse

di Mauro Meloni
20 Mar 2009 - 19:35
in Senza categoria
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Immagine satellitare esemplificata, con l'indicazione della posizione del minimo ciclonico che contribuisce a richiamare correnti fredde da nord/est lungo buona parte della Penisola. Copyright 2009 Eumetsat.
La saccatura fredda balcanica si è protesa in maniera decisa sul Mediterraneo Centrale, sfruttando lo spazio liberato lasciato dall’Anticiclone, il quale occupa una parte del Nord Europa. Si osservano due distinti vortici di bassa pressione al livello del suolo: il primo agisce sul Mar Nero, mentre il secondo più importante è quello che si è scavato sulle nostre regioni meridionali. Entrambe le aree cicloniche contribuiscono a richiamare verso il nostro Paese l’aria fredda presente sull’Europa Orientale.

Uno scenario invernale avvolge così buona parte dei settori centro-orientali del Continente, con la neve che ha visitato in genere solo con spolverate molto coreografiche diverse città, fra le quali spiccano Praga, Bratislava, Varsavia e Bucarest. L’Europa resta anche oggi letteralmente divisa in due parti, per via del bilanciato operato da un vasto promontorio anticiclonico esteso dall’Iberia fin verso le aree baltiche.

L’Alta Pressione ha mantenuto il cielo sgombro da nubi sulle nazioni dell’Europa Occidentale, ma al tempo ha favorito il ristagno d’umidità nei bassi strati sul Regno Unito, con nebbie o nubi basse su alcuni settori costieri dell’Inghilterra e dell’Islanda. Dal punto di vista termico, i valori più alti si sono toccati ancora una volta sulla Francia Occidentale, sul Portogallo e sulla Spagna, con picchi addirittura superiori ai 25 gradi, ben superiori alle medie climatologiche del periodo.

Come già anticipato, il cambiamento meteo si è decisamente irrobustito sul nostro Paese, dopo diversi giorni contraddistinti da clima primaverile. Per il momento, l’aria fredda proveniente dai Balcani si è propagata con maggiore decisione a tutte le quote sul Centro-Nord, mentre sull’estremo Sud l’ingresso della componente più fredda tarda ad entrare per la presenza del minimo ciclonico in movimento dal Tirreno Meridionale al Mar Ionio.

Questo vortice ha richiamato correnti sud/occidentali lungo le regioni ioniche, accentuando gli effetti della perturbazione e favorendo la genesi di diverse celle temporalesche che hanno portato rovesci a carattere diffuso. La neve cade sui rilievi appenninici meridionali in genere fino a quote di bassa montagna o alta collina, mentre sono i settori centrali adriatici a risentire più diffusamente di fenomeni nevosi a quote più basse. Le città dell’Aquila e Campobasso sono state imbiancate fin dalla scorsa notte, mentre oltre i 1300 metri l’accumulo ha raggiunto i 30/40 centimetri, specie in Abruzzo

Come spesso accade in presenza di un flusso d’estrazione continentale, sono proprio le regioni meridionali e quelle adriatiche e risentire dei maggiori effetti, con sconfinamenti verso le zone interne appenniniche dei settori centrali tirrenici. Le nevicate a bassa quota sono peraltro incentivate dal crescente apporto freddo alle quote superiori dell’atmosfera (500 hPa) che, in corrispondenza dei maggiori rovesci, riescono a trascinare i fiocchi di neve anche su livelli di oltre 500-600 metri inferiori rispetto alla quota dello zero termico.

Il fine settimana continua a trascorrere sotto un medesimo scenario, con il tempo che tenderà ad un ulteriore miglioramento sul Nord: le regioni settentrionali sono state interessate solo marginalmente dal peggioramento, anche se la penetrazione delle correnti fredde ed umide orientali lungo la Val Padana hanno causato quest’oggi precipitazioni da stau sulla fascia pedemontana del Piemonte. In queste ore solo la Romagna sta risentendo di episodiche precipitazioni, nevose a quote relativamente basse. Sul Meridione proseguirà il calo termico nelle prossime 24 ore, a seguito dei picchi odierni di 18-19 gradi toccati su alcune zone delle Isole Maggiori.

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