Tornano le piogge:
dopo un periodo di tregua, che è servito a ridare un po’ di fiato alle regioni martoriate dal maltempo, sta per ripristinarsi una fase perturbata che sancirà la dipartita dell’Alta Africana. Il promontorio anticiclonico è stato supportato da aria caldo-umida, con conseguente prosecuzione della pesante anomalia termica in atto da tempo. Tra l’altro, lo ribadiamo, fin dagli esordi la struttura altopressoria è sfociata in nebbie e nubi basse che hanno limitato il concetto di bel tempo diffuso attribuibile notoriamente alle figure di tal tipo.
Reiterazione meridionale:
quel che stupisce è la persistenza di determinate configurazioni. Pur con le dovute differenze iniziali, sostanziali, la crisi perturbata imminente proporrà anche stavolta una circolazione meridionale che avrà modo di perpetuare l’anomalia termica di cui sopra. Non basterà certo qualche grado in meno nei valori massimi – causa nubi e precipitazioni – per controbilanciare il vivacissimo rialzo delle temperature minime. Ed è per questo che anche nei prossimi giorni percepiremo un clima poco consono all’autunno inoltrato, non scordiamoci ad esempio che negli ultimi giorni i valori diurni hanno raggiunto picchi di oltre 20°C.
Inverno imminente:
il 1 dicembre, lo sappiamo, sancirà l’avvio ufficiale dell’inverno meteorologico. E quale miglior esordio se non l’arrivo della prima incursione artica stagionale? L’analisi modellistica comparata supporta l’ipotesi “freddo” sviscerata ad inizio settimana e fiutata tempo addietro. I modelli, infatti, propendono per una maggiore meridianizzazione delle correnti ed avere scambi di masse d’aria lungo i meridiani significa sostenere dinamiche più adeguate all’avvio della stagione fredda.
Il Vortice Polare e l’Alta delle Azzorre:
tralasciando gli aspetti puramente tecnici, costituenti le cosiddette “teleconnessioni”, quel che interessa in tal sede è descrivere gli effetti prodotti dalle dinamiche a carico della circolazione atmosferica generale. Già in passato focalizzammo l’attenzione su un Vortice Polare disturbato, in evidente difficoltà nel chiudere i ranghi. Tali disturbi sembrano in grado di distribuirsi verso le basse quote, dandoci una dislocazione dei due lobi principali: in Canadese e l’Asiatico. Quest ultimo potrebbe avvicinarsi pericolosamente agli Urali, convogliando masse d’aria gelida verso l’Europa orientale. Nel contempo l’Alta delle Azzorre riuscirà a divincolarsi e potrebbe mostrarsi smaniosa di spingersi a nord. Da qui la meridianizzazione dell’impianto circolatorio e la conseguente irruzione artica d’inizio dicembre.
Le varie soluzioni:
il primo affondo dovrebbe realizzarsi tra circa una settimana e qui subentrano differenze modellistiche sostanziali. Non solo, le differenze appaiono evidenti anche tra le singole corse del modello considerato. Ciò che sembra assodato, al momento, è che parte del freddo che affluirà sull’Europa orientale subentrerà sul nostro Paese dando luogo ad un consistente abbassamento delle temperature. Temperature che potrebbero dapprima riportarsi sulle medie stagionali e in un secondo momento scendere addirittura al di sotto.
Il secondo step:
a seguire, cercando di interpretare al meglio le manovre modellistiche, potrebbe realizzarsi una vera e propria irruzione artica ad opera di un blocco anticiclonico oceanico coriaceo e persistente.
Focus: evoluzione sino al 09 dicembre 2014
Si prospetta una seconda metà settimanale all’insegna dell’instabilità su varie regioni. Le precipitazioni coinvolgeranno principalmente Nordovest, Sud e Sardegna, ma da domenica dovrebbero estendersi rapidamente su tutto il territorio nazionale aprendo una profonda crisi perturbata. Dovrebbe crearsi un ampio Vortice Perturbato, che dopo aver arrecato forte maltempo andrà a risucchiare parte dell’aria fredda in scivolamento sull’Europa orientale.
Freddo che potrebbe produrre qualche effetto, in termini precipitativi, soprattutto su regioni adriatiche e del sud. Tale scenario deporrebbe a favore delle prime nevicate appenniniche a bassa quota. Dopo un temporaneo miglioramento, ecco che il freddo potrebbe tornare ma stavolta con maggiore componente settentrionale e quindi di matrice prettamente artica.
Evoluzione sino al 14 dicembre 2014
Le prime due settimane di dicembre potrebbero correre sui binari della normalità invernale, ma non è escluso che apporti d’aria ancor più fredda possano riservare interessanti sorprese.
In conclusione.
Inverno che sta per esordire sulla scena europea, inverno che sembra avere tutta l’intenzione di mostrarci condizioni meteorologiche decisamente diverse da quelle osservare durante tutta la stagione autunnale.