Non c’è niente da fare, quando l’ormone della follia viene liberato non c’è nessun antidoto che possa sopraffarlo. E così anche ieri sera Gianluca dopo aver alzato il naso all’insù, ha emanato il Sacro Editto per cui si doveva andare a vedere la neve.
Proprio qui a pochi chilometri dalla piana pontina che sovrasta Latina siamo indecisi cosa fare. La notte è complice delle nostre follie e da vecchi pionieri del volo (siamo tutti appassionati e praticanti di volo libero cioè parapendio) cosa vuoi che ci spaventi? E così si parte a dorso dei muli e si arriva a quota 1200.
La città di Latina sbrilluccica ai nostri piedi quasi attonita e sotto piccoli rovesci, che da quassù si possono benissimo distinguere, la vista ci toglie il fiato. L’aria comunque è abbastanza pulita per poter osservare Bassiano, Sezze, Latina e in lontananza Anzio e Nettuno nonché Rio Martino sede estiva del Comm. Roberto Maccelli e delle sue epiche macchine fotografiche. La vista è conturbante e lo spettacolo è garantito.
Gianluca è irrequieto, zompetta a destra e sinistra come un grillo per la gioia nel buio della notte complice mentre i nostri piedi affondano in 10 cm di neve farinosa quasi a dirci addio per questa sua apparizione così fugace ma al momento ce la godiamo tutta.
Restiamo lì a fare compagnia ad un orso bianco che si è perso e non sa come tornare a casa. In nostro aiuto passa poco dopo un pinguino che si offre volontario per riaccompagnarcelo e così rimaniamo di nuovo da soli con le mani che puliscono gli occhi a rimirare questo quadro che la natura ci ha voluto offrire in questa notte fatata.
Non si sa se fa freddo o no, d’altronde nella nostra indole siamo come le aquile in volo e nessuno ci può fermare.
Arrivederci alla prossima sbiancata.
Marasca Renato