VIA D’USCITA DALL’ANTICICLONE? E’ doveroso iniziare col dire che quest’ipotesi necessità di molta prudenza, non solo per il fatto che stiamo parlando di linee di tendenza ad oltre 7-8 giorni e per questo oggetto di possibili variazioni importanti. Come è noto, nelle ultime settimane ogni volta che si intravedeva un cedimento dell’alta pressione di blocco, ecco che poi giungeva puntuale la smentita. Forse è lecito pensare che l’anticiclone possa confermarsi ancora più forte di tutto ma, pur con prudenza, è giusto dare indicazione delle evoluzioni tracciate dai centri di calcolo: entrambi i più importanti modelli di previsione (GFS ed ECMWF) intravedono infatti una pesante svolta dalle modalità non così dissimili e già per questo le probabilità di cambiamento non sono così campate per aria.
MOMENTO CHIAVE ALLA CHIUSURA DI MARZO La fine dello schiacciante predominio anticiclonico si andrebbe a concretizzare verso la fine della prossima settimana, quindi a ridosso di domenica 1° Aprile, quando si celebrerà la ricorrenza delle Palme. Entrambe le ipotesi modellistiche di lungo periodo (GFS ed ECMWF) intravedono il ritiro verso ovest del campo d’alta pressione, che ricordiamo attualmente sta occupando non solo l’Italia, ma anche gran parte d’Europa: in particolare i massimi barici si trovano sulle Isole Britanniche e qui rimarranno ancora per giorni. L’arretramento dell’anticiclone in Atlantico darebbe così spazio ad una depressione fra Islanda e Scandinava, che eroderebbe il campo barico su tutta l’Europa e fin sul Mediterraneo Centrale, con la possibilità che si scavi una saccatura meridiana perturbata alimentata da aria di origine artico-marittima.