Evoluzione a rallentatore in questi giorni, dovuta al vasto ponte anticiclonico proteso dalle Azzorre fin sulla Russia. Questo lungo corridoio anticiclonico sta continuando ad impedire il regolare scorrimento delle perturbazioni atlantiche, ancora confinate a latitudini molto alte.
Sul Satellite possiamo individuare come i fronti atlantici giungano a lambire le Isole Britanniche (Scozia), per poi dirigersi sulla Penisola Scandinava, ove la presenza anticiclonica ne impedisce tuttavia l’ulteriore movimento verso est.
L’altra principale conseguenza del dominio anticiclonico, con asse posto a latitudini così alte, si riscontra nel flusso orientale che, in scorrimento nei bassi strati, continua a coinvolgere gran parte dell’Europa Centro-Meridionale, compreso il bacino centro-occidentale del Mediterraneo.
Queste correnti orientali stanno monopolizzando lo scenario meteorologico da un lungo periodo e una tale insistenza trova pochi precedenti nel mese di Settembre, quando solitamente sono le correnti più temperate ed umide a bussare la porta sul Mediterraneo. Da ciò è derivata la pesante anomalia termica degli ultimi dieci giorni non solo sull’Italia, ma anche sulle vicine aree orientali europee, che però tuttavia tende a bilanciarsi con la violenta ondata di caldo d’inizio mese.
Negli ultimi giorni questo flusso dai Balcani si è scontrato con aria più umida e temperata richiamata dalle basse latitudini afro-mediterranee, generando una fascia di confluenza che ha colpito più direttamente i bacini meridionali, ove si sono susseguiti vari passaggi nuvolosi da ovest verso est.
Questi contrasti fra masse d’aria diversa sono ora venuti leggermente meno, tuttavia l’instabilità è garantita dalla corposa avvezione d’aria fredda alle quote superiori dell’atmosfera. Analizzando la situazione barica a poco più di 5500 metri d’altezza (quota di riferimento della pressione di 500 hPa), si fa presto a valutare i motivi dell’instabilità ancora in atto su molte regioni italiane.
Buona parte del Centro-Nord dell’Italia è abbracciato da isoterme di -20/-22°C, valori bassi direttamente collegati al nocciolo freddo principale di -25°C, posizionato sulle vicine zone balcaniche. Aria così fredda in quota contrasta con l’aria più temperata dei bassi strati, favorendo la genesi di nubi e rovesci temporaleschi.
In queste ore più calde i temporali stanno privilegiando la terraferma, grazie al contributo offerto dal riscaldamento diurno del suolo. L’area instabile più attiva è quella che sta agendo fra frusinate, Agro Pontino e casertano, ove si segnalo le principali formazioni nuvolose a sfondo temporalesco.
Durante la giornata, altri temporali hanno colpito anche alcune zone di Abruzzo e Molise, provenienti dall’Adriatico, oltre alla Sicilia Orientale ed alla Bassa Calabria. Al momento nuovi nuclei temporaleschi si sono generati sulla Puglia Garganica e sull’Alto Veneto.
Per il fine settimana è confermata la ripresa barica sul Mediterraneo, che chiuderà gradualmente la porta alle nuove infiltrazioni fredde nord/orientali, deviandone la traiettoria decisamente più ad est. La parentesi anticiclonica potrebbe tuttavia rivelarsi di breve durata, per un possibile peggioramento di fine mese dovuto alla progressiva di un’area ciclonica dalla Penisola Iberica.