Si è concluso un inverno davvero da record su tutta l’Europa. Lo scorso trimestre invernale è stato, come ribadito più volte, uno dei più caldi della storia, con maggiore enfasi su gran parte dell’Europa orientale, sulla Finlandia e su quasi tutta la Russia.
Le anomalie termiche sono state talmente eccezionali, tanto che con ogni probabilità l’inverno 2019-2020 passerà alla storia come il più caldo di sempre sul Continente Europeo, da quando si effettuano rilevazioni e quindi il più caldo in assoluto degli ultimi due secoli.
Le temperature si sono tenute mediamente ben sopra la norma anche nel corso degli ultimi giorni di febbraio, come evidente dalla mappa che evidenzia le anomalie termiche registrate nell’ultima settimana, tra il 24 febbraio e il 1° marzo. L’Europa appare sempre colorata di rosso.
I massimi di anomalia si sono però ancora una volta raggiunta tra la Russia e le zone siberiane. Cambiamenti si sono invece palesati in parte sul Continente Europeo più ad ovest, con arrivo del freddo su alcune nazioni settentrionali tra Regno Unito e parte della Scandinavia.
Le temperature settimanali si sono localmente portate sotto media in alcune parti della Norvegia, Irlanda e Regno Unito, contro il clima molto mite sul resto dell’Europa. Questa situazione si deve ad un Vortice Polare un po’ meno forte rispetto al periodo precedente.
Questo nuovo scenario ha anche riportato alla ribalta le perturbazioni verso l’Italia ed il Mediterraneo. Il clima tende ad avere a sprazzi un andamento più consono al periodo e questa situazione potrebbe ulteriormente rendersi più evidente nella prima parte di marzo.
Le proiezioni indicano temperature globali in calo nel corso della prima decade marzolina anche sul nostro Emisfero e ciò potrebbe attenuare il caldo anomalo ad alte latitudini, probabilmente sulla Siberia Centrale, ma anche tra Nord America e Groenlandia.