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Ciclogenesi spettacolare in atto. Analisi ed evoluzione

di Mauro Giovannoni
29 Gen 2004 - 19:51
in Senza categoria
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L'intensa ciclogenesi ripresa alle 15.00 UTC. I bordi netti delle bande nuvolose sono indice di un insolito vigore del vortice depressionario.
Avere una situazione simile non è affatto comune in Italia. Tutti sappiamo che il Golfo Ligure, per motivi orografici e di temperatura superficiale, è uno dei luoghi più indicati al mondo per la formazione di cicloni extratropicali. Una volta formatasi una depressione può muoversi in molte direzioni. Solitamente quelle che procedono verso sud-est (come in questo caso) si colmano rapidamente e occasionano effetti limitati.

La situazione che viviamo in queste ore presenta delle anomalie o, se vogliamo, delle caratteristiche peculiari non comuni. Si tratta di un fenomeno a larga scala intenso, che si evolve rapidamente, e generato da una penetrazione di aria fredda in quota (goccia fredda) notevolissima, rara. Inoltre, in maniera anomala, sta producendo fenomeni temporaleschi proprio nel periodo dell’anno meno propizio all’attività elettrica. Quello che colpisce è anche la distribuzione dei temporali e l’estensione della fenomenologia.

Insomma questa perturbazione è un vero “gioiello meteorologico” che racchiude in se caratteristiche estreme di tutte le stagioni. Abbiamo temporali, forti venti, neve e piogge intense. L’energia in gioco è elevata e la fonte è l’anomalo contrasto fra aria freddissima in quota e l’aria caldo-umida del Mediterraneo.
La notizia secondo cui la temperatura poteva scendere a -40°C ha creato e crea scetticismo, ma non appartiene all’insieme delle panzane meteorologiche a cui assistiamo ogni giorno. In questo momento, infatti, alcune località di alta quota sulle Alpi raggiungono i -27°C!

E’ per questo che, in un contesto di inverno in fase culminante, ci troviamo di fronte a immagini satellitari tipiche del periodo tardo-estivo o autunnale. Si noti, in particolare, il confine netto fra le bande di nubi e le zone di sereno. Solitamente questa osservazione è indice di fenomeni convettivi intensi che producono nuvolosità imponente a ridosso del fronte freddo o del fronte occluso. Siamo quindi abituati ad osservare vortici così “netti” e distinti in estate, quando l’intenso soleggiamento è in grado di dare innesco ai moti verticali più forti.

La pressione è scesa moltissimo e, sebbene fossero stati previsti valori minimi di 995 hPa, in alcune località si è andati ben al di sotto raggiungendo punte di 992 hPa: solo domani sapremo quali sono stati i valori più estremi di questa giornata.

Con il passare delle ore la pressione inevitabilmente tenderà a salire, sia per l’azione dei rilievi dell’Appennino, sia per l’allontanamento del centro della perturbazione dal mare.

Ma nel lasso di tempo in cui la depressione, ormai colmata, ci abbandonerà dirigendosi verso i Balcani via Adriatico centro-meridionale, potremo avere molte sorprese, soprattutto al Centro.
Le precipitazioni, in particolare, già intense per tutta la giornata, continueranno ad interessarci. Ci saranno, sui rilievi precipitazioni nevose intense anche se di breve durata. Non si escludono, visto il rovesciamento in atto dell’aria fredda dagli strati intermedi nelle zone temporalesche, anche nevicate in pianura.

Anche i venti saranno molto intensi, sia per le raffiche associate ai sistemi convettivi, in esaurimento nella notte, sia per l’effetto dell’intensità del vortice (si guardino le isobare molto strette).

I modelli disegnano la depressione già sulla Grecia per il pomeriggio di domani. Questo passaggio di aria gelida in quota porterà quindi effetti limitati dal punto di vista temporale, ma si aggiunge ad un quadro invernale certamente non deludente. Ricordiamo, a tal proposito, la siccità che ci ha colpiti nell’estate scorsa e godiamo di questo inverno così piovoso e nevoso.

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