La grave alluvione in Romagna è un altro segnale di estremizzazione meteo: il fatto, benché grave e piuttosto oneroso, rientra comunque nella variabilità del clima italiano, sebbene sia avvenuto in una zona statisticamente poco soggetta ad alluvioni.
Il problema viene quando nel giro di un mese e mezzo si passa da penuria eccezionale d’acqua a un alluvione di tale portata.
L’estremizzazione meteo è proprio questa: passare nel giro di pochissimo tempo da un estremo ad un altro; questo può valere sia per le temperature, sia per il trend mensile o stagionale, sia per le precipitazioni.
Il riscaldamento globale amplifica questi fenomeni? La risposta è sì, con elevatissima probabilità: in in realtà non abbiamo delle serie storiche ultra secolari, ma possiamo utilizzare il buon senso che ci dice che in un clima mediamente più caldo ci sono maggiori scontrini termici e i fenomeni meteo diventano più violenti e più estremizzati.
In alcune serie meteorologiche di lunga durata si può affermare che le precipitazioni non sono diminuite nell’arco di un anno (cioè sui 12 mesi piove più o meno come faceva un secolo fa), ma sono diminuiti i giorni di pioggia: questo vuol dire che quando piove lo fa in maniera più violenta e le pause tra una perturbazione e l’altra sono più lunghe.
Questo è quello che sta succedendo in questo periodo, dopo quattro mesi molto secchi in inverno stiamo avendo due mesi estremamente piovosi in alcune aree, passando proprio da un estremo all’altro.