Chi lesse il precedente articolo non si cruccerà nel sentir parlare di meccanismo “cap and trade”. Per coloro i quali che invece non hanno avuto modo di documentarsi, diamo una rapida spiegazione.
Semplice. Si tratta di fissare dei limiti, o tetti, alla quantità di emissioni di CO2 che ogni settore industriale può rilasciare e al contempo si crea un mercato per lo scambio di quote di carbonio tra i Paesi che inquinano meno e quelli che invece hanno emissioni elevati. Per intenderci, è quella che abbiamo definito “Carbon Tax europea”. Non dobbiamo scordarci che l’Europa è l’unico continente che, sino a qualche giorno fa, aveva adottato delle leggi atte a ridurre le emissioni di Carbonio.
Già, sino a qualche giorno fa. Ora si è aggiunta l’Australia e la proposta che andiamo a illustrarvi è a dir poco sbalorditiva. Forse ambiziosa e pretenziosa, chissà, i risultati potranno essere valutati soltanto col tempo.
La riforma prevede un cambiamento nel regime fiscale, penalizzando in modo diretto che emette Anidride Carbonica. La tassa colpirà circa 500 aziende tra le più inquinanti dell’intero Paese, da Luglio pagheranno 23 dollari per ogni tonnellata di CO2 prodotta nei prossimi 3 anni. Si parte dai 23 dollari, sì, ma in seguito saranno le leggi di mercato a stabilirne il prezzo.
Non solo. Il Governo ha deciso si stanziare un’enorme somma di denaro (circa 2,2 miliardi di Euro) per finanziare le forme d’energia rinnovabile e indurre la chiusura degli impianti più inquinanti presenti nel territorio.
Le iniziali perplessità del popolo australiano sono state fugate da altre misure atte a limitare il rincaro della vita. La tassa, presumibilmente, avrà come effetto quello di far lievitare i costi energetici ed è per questa ragione che una fetta dello stanziamento andrà agli aumenti di pensione e alla riduzione delle tasse.
Ovviamente non tutto sembra filare liscio. L’opposizione alla Carbona Tax è furiosa, sia da parte dell’opinione pubblica sia da parte delle industrie più inquinanti. Ciò nonostante la sfida lanciata dall’Australia è davvero importante, anche alla luce del fatto che a livello mondiale contribuisce con una percentuale pari a 1,5 delle emissioni globali.