Giungono diffuse notizie sorprendenti da molte regioni d’Italia, riguardo il maltempo che sta tenacemente interessando tutte le regioni come peraltro in previsione, e che assume le più svariate tipologie.
La situazione attuale vede la chiusura del vortice freddo che si è rafforzato a tutte le quote sul cuore del nostro Paese, alimentato dalle termiche assai rigide. L’entità della spirale ciclonica in quota è ben evidente dall’immagine Satellitare, con gli ammassi nuvolosi che s’invorticano e inseguono attorno a tale minimo, con l’aria attivamente instabile in discesa dalla Valle del Rodano che favorisce la continua alimentazione di nuclei instabili termoconvettivi tra Baleari e Sardegna.
L’area ciclonica presenta un minimo al suolo di 984 hPa attualmente centrato sull’isola d’Elba, ma nel corso della notte il minimo, in quel frangente sulla Liguria, si era approfondito fin sui valori di 980 hPa, un’autentica bomba mediterranea.
Inevitabile la determinazione di un forte gradiente barico nei settori leggermente più distanti dal minimo, con forte maestrale sulla Sardegna (raffiche che hanno superato i 130 km/h e conseguenti mareggiate sulle coste esposte). Burrasche di vento dai quadranti occidentali anche sul medio-basso Tirreno, mentre la Tramontana ha flagellato la Liguria di ponente.
Anzitutto va rimarcato come l’elemento più eclatante della situazione attualmente vigente nella libera atmosfera (colonna d’aria) sia la significativa presenza d’aria particolarmente gelida alle quote superiori.
Le termiche alla quota di 500 hPa oscillano infatti su valori compresi, in gran parte d’Italia e dei mari circostanti, fra i -30 ed i -35°C. Peraltro la forza del vortice ciclonico in quota ha abbassato la quota dell’altezza geopotenziale dei 500 hPa fino addirittura al di sotto dei 5200 metri, una soglia estremamente rilevante in qualsiasi periodo dell’anno..
In tal modo si creano le ideali condizioni per il rovesciamento improvviso dell’aria dalle quote più alte verso il suolo. Rovesciamento d’aria gelida verso il basso che si realizza in corrispondenza dei rovesci, e nei fenomeni più intensi e prolungata la quota neve, oltrechè degli stessi accumuli nevosi, può spingersi davvero verso quote decisamente più basse rispetto allo zero termico.
Ciò è accaduto in molte zone, con fioccate cospicue in alcune località di pianura dell’Emilia e della Romagna. Neve a quote basse collinari anche sull’Appennino Toscano e sulla Sardegna. Tali quote così basse non si spiegherebbero da sole con le termiche presenti a 850 hPa, ma proprio alle potenzialità dell’aria prettamente gelida presente alle quote più elevate.
La posizione del vortice che attanaglia l’Italia ha portato conseguenze diversificate in riferimento ai settori più orientali del centro-sud: in particolare sul medio Adriatico e all’estremo sud, ove i forti venti da occidente o libeccio hanno favorito la persistenza di temperature più miti rispetto al resto della Penisola, con il riparo offerto dall’Appennino che ha anche favorito la scarsità di fenomeni.
L’aria fredda in quota tuttavia è in rapida espansione anche al sud Italia, e dunque già nelle prossime ore l’intero territorio italiano sarà racchiuso da isoterme a 500 hPa uguali o inferiori ai -30°C, fattore indispensabile per un ulteriore calo termico nelle zone più colpite dai fenomeni, quali la Sicilia e l’area del basso Tirreno.