Non si è ancora esaurita del tutto l’influenza fredda della vasta circolazione depressionaria artica, ormai isolatasi in una goccia fredda, in lenta attenuazione, fra Mar Egeo e Mar Nero. La fenomenologia più significativa si è portata su parte del Mediterraneo orientale e sulla Turchia occidentale.
I settori del basso adriatico e i versanti ionici risultano infatti ancora lambiti dalla circolazione settentrionale, che convoglia gli ultimi refoli di correnti fresche in uno scenario ancora contraddistinto da aria che, nei bassi strati, fatica a riscaldarsi su gran parte del territorio della Penisola. Dal punto di vista dei fenomeni, solo residui deboli piovaschi hanno interessato al primo mattino bassa Calabria e Sicilia nord-orientale.
Si è trattato di un attacco freddo incisivo e prolungato in stile invernale, che non poteva non lasciare il segno con un’eredità fredda relativamente difficile da scalzare. Ecco che, ancora questa mattina, complice la serenità del cielo notturna ed i venti deboli, i valori minimi sono risultati ampiamente sotto la media, persino sotto lo zero (conseguenti gelate) su vallate del Centro-Nord fino a basse quote e su vasti settori della Pianura Padana.
Nemmeno fatto in tempo ad assaporare il miglioramento, che subito nuovi ammassi nuvolosi hanno raggiunto parte delle regioni settentrionali, Le nuove propaggini nuvolose sono collegate ad una trasformazione radicale della configurazione barica, la quale determinerà il rapido incedere da ovest di masse d’aria più miti dai quadranti meridionali, con un repentino rialzo termico.
Tutto nasce dall’ennesimo affondo meridiano ciclonico perpetrato dal Vortice Polare, stavolta a latitudini decisamente più occidentali, con il rilascio di un cut-off sull’Europa occidentale, il quale risulterà, seppure temporaneamente, man mano più slegato dalla circolazione fredda delle alte latitudini.
Dunque non vi è, in definitiva, una ripresa del vero regolare flusso oceanico, come erroneamente può apparire vista la provenienza atlantica dell’area perturbata in lento avvicinamento verso le nostre regioni settentrionali, ma sono ancora i marcati scambi meridiani a contraddistinguere questa fase di fine autunno.
Fin dal mattino questo sovrascorrimento d’aria più mite ha determinato piovaschi e pioviggini di debole entità sulle alture nei pressi di Genova e Savona, oltre che su alcuni settori piemontesi fra astigiano ed alessandrino. Tali precipitazioni sono risultate nevose fino a quote di media-bassa collina, per la stagnazione dell’aria più fredda intrappolata nei bassi strati.
La resistenza anticiclonica più ad est tenderà a consolidarsi per la graduale intensificazione di un promontorio stabilizzante di matrice sub-tropicale sui nostri mari, in fusione con l’area altopressoria protagonista dello scenario sulla parte orientale del Continente.
Le correnti sciroccali, d’estrazione nord-africana, favoriranno una rapida risalita termica, anche di oltre 12-14 gradi, alle quote medio-alte dell’atmosfera. In breve tempo, si passerà pertanto da temperature sotto la media, a valori persino sopra la media su gran parte del Centro-Sud.
Il Nord risulterà invece penalizzato dalla lenta evoluzione perturbata, lungo un binario di correnti sud/occidentali. Classica configurazione barica che potrà favorire le maggiori piogge sulle regioni nord-occidentali, così lungamente penalizzate da schemi barici non propriamente favorevoli alle precipitazioni.
Inoltre, sarà da tenere in conto come, su tutta la Pianura Lombarda e Piemontese, ma specie sull’angolo occidentale che subisce la chiusura ad imbuto, vi potranno essere delle sacche d’aria fredda resistenti nei medi-bassi strati, con particolare riferimento agli altopiani e vallate del Cuneese.
Il naso anticiclonico al suolo sulla Pianura Padana, figura barica che si genera orograficamente in occasione di questo tipo di assetti barici, consentirà infatti il ristagno al suolo e alle quote medio-basse di un debole iniziale cuscinetto d’aria fredda.
Nelle zone che usufruiranno maggiormente di tale cuscinetto, la neve potrà ancora spingersi fino ancora ad alte quote collinari, su livelli decisamente più bassi delle restanti aree dell’Arco Alpino. Questo soprattutto mercoledì, quando il peggioramento si farà più serio col sopraggiungere di un impulso frontale più consistente.
Seguiremo dunque questa lieta novità delle piogge sul settore nord-occidentale peninsulare, tenendo bene in conto che potrebbe anche trattarsi di una semplice positiva parentesi e magari non di una vera svolta capace di stravolgere le costanti bariche di quest’autunno.