Bye Bye Alta delle Azzorre:
ne abbiamo apprezzato la clemenza, la docilità, la mansuetudine. Ha riportato il bel tempo dopo lunghi sussulti instabili e strappi anticiclonici di breve durata. Bel tempo sinonimo d’estate, quell’estate mediterranea che fino ad alcuni decenni fa rappresentava la normalità di un intero trimestre. Difatti abbiamo avuto tantissimo sole ma poco caldo, o meglio, un caldo assolutamente sopportabile perché secco. Non sono mancate le puntate oltre 30°C, ma di notte si poteva assaporare un po’ di meritato refrigerio.
L’Alta africana:
avrete notato l’utilizzo dei tempi al passato e qualora vi steste chiedendo il motivo, la risposta è semplice: perché il passaggio di testimone tra i due Anticicloni è già avvenuto. Ora abbiamo a che fare con l’Alta Africana, che pur avendo il fulcro sbilanciato a ovest sta guadagnando terreno verso noi. Le temperature saliranno, progressivamente e inesorabilmente, soprattutto a metà settimana.
L’afa:
la pessima notizia è che oltre al rialzo termico avremo un netto incremento dell’umidità relativa. Le masse d’aria sahariane si caricheranno di vapore transitando sul Mediterraneo e la forte staticità atmosferica faciliterà l’accumulo nei bassi strati. Si andranno a realizzare quelle condizioni d’afa tipiche delle fiammate africane, che renderanno l’atmosfera assai pesante, opprimente. Il caldo si percepirà anche di notte e si faticherà a dormire, a meno che non si disponga di un buon condizionatore. A poco servirà aprire la finestra perché non tirerà un filo d’aria.
Pochi temporali rinfrescanti:
le condizioni di caldo riguarderanno anche i rilievi, sino all’alta quota. Il forte riscaldamento diurno potrebbe facilitare i classici temporali pomeridiani prima sulle Alpi, poi in qualche tratto della dorsale appenninica. Temporali che termineranno rapidamente di sera, lasciandosi alle spalle un po’ di refrigerio ma al contempo un nuovo incremento dell’umidità al suolo a seguito dei fenomeni. Insomma, la sensazione di fresco sarà temporanea.
Quando ne usciremo?:
difficile dirlo. Purtroppo il blocco è coriaceo e come detto in apertura scalfirlo sarà impresa ardua. A detta dei modelli, potrebbero esserci dei cambiamenti importanti sul nord Europa ma non prima del 10 luglio. Cambiamenti che per alcuni riguarderebbero il comparto atlantico, per altri le aree nordorientali del Continente. Ipotesi entrambe plausibili, perché sul nord Atlantico potrebbero persistere anomalie termiche negative tali da innescare imponenti crisi cicloniche. Da valutare, ovviamente, l’eventuale espansione a medio-basse latitudini.
Focus: evoluzione sino al 12 luglio 2015
Le condizioni meteorologiche sono stabili, soleggiate e fa caldo. Caldo che pigerà sull’acceleratore da metà settimana, avvalendosi dell’aria in arrivo dal nord Africa. Oltre al rialzo termico, sicuramente imponente, crescerà l’umidità e il caldo diverrà afoso. A fronte di temperature reali di 35-36°C, l’indice di calore ci darà temperature percepite superiori a 40°C.
La situazione non dovrebbe mutare per tutto il periodo previsionale, salvo forse qualche piccola insidia destabilizzante in transito sui mari meridionali. Insidie che se confermate darebbero luogo a temporali di calore più vivaci sull’Appennino meridionale. Ma al momento è solo un’ipotesi.
Evoluzione sino al 17 luglio 2015
Cenni di cambiamento più convincenti, soprattutto nel nord Atlantico, si potrebbero osservare a metà mese. Ma trattandosi di vedute a lunghissimo raggio, non possiamo far altro che rimandarvi ai prossimi appuntamenti.
In conclusione.
La prima, intensa e duratura ondata di caldo si sta per materializzare e la sua natura ci ricorderà il netto cambio configurativo intervenuto negli ultimi decenni.