Nel corso dell’ultimo editoriale facemmo riferimento all’ondata di caldo che avrebbe colpito la nostra Penisola con forza e perseveranza. Puntualmente, specie quando si tratta del caldo, la previsione è risultata quanto mai azzeccata. Se è vero che le alte temperature, specie in compagnia di elevati valori di umidità relativa dell’aria, apportano non pochi disagi fisici, è altrettanto vero che anche le colture agricole risentono, molto più di noi, delle variazioni climatiche.
In un contesto climatico generalmente temperato-caldo come quello Mediterraneo, gli episodi “bollenti” rappresentavano, fino a qualche tempo fa, un’eccezione che non arrecava grossi disagi alle colture coltivate in pieno campo. Le ultime stagioni hanno tuttavia segnato un’inversione di tendenza verso l’alto, ossia si assiste ad una persistenza delle alte temperature nel lungo percorso del trimestre caldo.
Ecco allora che, se prima non rappresentavano un problema, oggi bisogna senza dubbio prestare particolare attenzione e cura nei confronti delle specie coltivate. Valori di temperatura eccessivamente alti provocano un pericoloso surplus evapotraspirativo. Ossia di perdita d’acqua del suolo e della stessa vegetazione.
Una perdita che deve necessariamente essere riequilibrata con l’apporto artificiale attraverso la pratica agronomica dell’irrigazione. È vero che le temperature non toccano mai valori talmente elevati da sottoporre le colture a rischio diretto di scottature, tuttavia si può andare incontro a questo inconveniente indirettamente qualora l’acqua venga somministrata durante le ore più calde della giornata.
Il collegamento diretto con alti valori di umidità relativa dell’aria è piuttosto semplice. Molti agenti patogeni, quali funghi o gli stessi insetti, traggono benefici nel loro ciclo vitale allorquando vi sia la presenza di elevate temperature ed alti tassi di umidità relativa. Si pensi ad esempio alla mosca della frutta, insetto conosciuto da chi alleva frutteti più o meno specializzati. Un agente patogeno in grado di resistere senza alcun tipo di problema anche a temperature ben oltre i 32-34 gradi. Tuttavia valori più elevati non ne ostacolano l’azione dannosa, anche se spesso è stato segnalato un decremento notevole del potenziale per evidenti stati di sofferenza.
Insomma, il periodo che stiamo vivendo rappresenta senza dubbio uno dei più critici per tutte quelle colture che stanno completando la fase di raccolta o di maturazione. Così come non è da trascurare l’effetto del clima sulle imminenti lavorazioni del suolo per la preparazione dei letti di semina tardo estivi.