L’onda caldissima anticiclonica, che abbraccia il Mediterraneo e buona parte del comparto centro-orientale europeo, è costretta a fare i conti con un nuovo assalto delle correnti oceaniche da ovest, riconducibili ad una profonda area depressionaria centrata in prossimità della Scozia. Stavolta l’anticiclone si rilasserà un po’ troppo e non riuscirà a deviare del tutto la perentoria corrente perturbata fresca, che sfiorerà a malapena le zone alpine, comunque a sufficienza per far giungere masse d’aria di tipologia leggermente diversa sul Settentrione che, scontrandosi col catino bollente padano, daranno vita a temporali esplosivi.
Queste sono vicende di cui ci occuperemo meglio domani, in quanto il peggioramento temporalesco entrerà a regime nella serata e nella notte fra sabato e domenica. Per il momento va posto il risalto nella solida struttura anticiclonica, che proprio per la sua robustezza determina condizioni di forte stabilità: i pochi temporali di calore li osserviamo agire sulle aree danubiane. Nelle prossime ore crescerà comunque il rischio di focolai temporaleschi su diverse aree del Centro Europa e sulle Alpi per via dei primi spifferi d’aria umida e del cedimento barico associato ai refoli umidi sud-occidentali, solo un piccolissimo assaggio rispetto a ciò che accadrà fra circa 24 ore.
Le temperature oltre i 35 gradi non sono di casa solamente in Italia, in quanto si è arroventata tutta l’area balcanica e la Ex Jugoslavia: in Bosnia si sono misurati addirittura 40 gradi sulla località di Mostar, mentre punte di 35 gradi si sono sfiorate in Romania e Polonia nonostante qualche fenomeno temporalesco. La carta in basso mostra la vastità dell’area interessata dall’ondata di calore che si spinge fino alla Russia, ove da diversi giorni va avanti una calura piuttosto eccezionale per queste zone: Mosca ha misurato quest’oggi 34 gradi.
Italia stretta come non mai nella morsa del caldo e a dimostrazione del disagio ormai sentito dalla popolazione giunge un dato abbastanza significativo: la domanda d’energia elettrica, in gran parte riconducibile ai condizionatori d’aria, ha toccato un picco record molto vicino a quello storico per la stagione estiva che si era raggiunto il 20 luglio del 2007. Le temperature hanno sfiorato i 40 gradi sull’entroterra pugliese e nelle zone interne laziali, a ridosso di Roma, ma a rendere la calura insopportabile è il mix micidiale tra alte temperature ed elevati tassi d’umidità. A tal riguardo, le temperature percepite hanno localmente superato i 45 gradi su talune zone costiere e sul Friuli Venezia Giulia, ove non sono state risparmiate Udine e Trieste.