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Blizzard di Santa Lucia del 13-14 dicembre 2001: evento memorabile

di Mauro Meloni
14 Dic 2012 - 19:14
in Senza categoria
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Qualche giorno dopo l'evento, ecco come appariva ancora un po' imbiancata la Val Padana dall'alto del Satellite Meteosat.
EPISODIO STORICO – Fra gli eventi meteo rimasti scolpiti in maniera indelebile nella memoria di molti appassionati meteo del Nord Italia, non possono che esserci quelli del dicembre 2001. L’evento di 11 anni fa esatti è passato alla storia per la sfuriata di neve e vento che ha investito la Val Padana, ma in realtà anche sul resto d’Italia gli appassionati meteo si erano illusi di poter vivere un evento storico, che poteva imbiancare città e coste. La traiettoria di quest’irruzione d’aria gelida rimase estremamente incerta fino all’ultimo, nonostante già le tendenze stilate 10-15 giorni prima preannunziavano la possibile intrusione, fino alle nostre latitudini, del nocciolo d’aria freddissima d’estrazione artico-siberiana.

GELO INTENSO ANCHE IN EUROPA – Prima di giungere con moto retrogrado sull’Italia del Nord, la pallottola d’aria gelida si riversò su parte dell’Europa Centro-Orientale: alle ore 00Z del 13 dicembre 2001 il fulcro centrale del nocciolo freddissimo , con temperatura di -20°C a 850 hpa, si trovata collocato al confine tra Polonia, Slovacchia e Ucraina (-19,3°C alla quota indicata a Legionowo, Polonia sudorientale). Nelle ore centrali, sempre del 13 dicembre, il nucleo gelido si trovata centrato sulla verticale di Praga per poi traslare verso l’Austria, con temperatura a 850 hpa ancora inferiore a -15°C. Il radiosondaggio di Vienna registrò, a 850 hpa, -11,1°C alle 0 GMT del 13 e -18,5°C alle 12 GMT dello stesso giorno (per risalire a -13,9°C alle 0 GMT del 14), mentre a 500 hpa si scese fino a -43,5°C alle 12 GMT (con altezza di geopotenziale 522 dam).

DINAMICA DELL’INTRUSIONE GELIDA SUL NORD – L’imponente blocco d’aria gelida si riversò in modo impetuoso anche sulla Val Padana, nonostante i massimi effetti transitarono appena oltralpe. Solo ad appena 24-36 ore dall’evento i modelli matematici furono capaci di inquadrare al meglio l’evento, con il previsto velocissimo transito del nucleo d’aria gelida sulle regioni del Nord Italia, nell’ambito di una situazione molto favorevole a tormente di neve anche in Val Padana. Perché venne coinvolto solo il Nord, senza l’intrusione della bomba bianca sul Mediterraneo? L’inserimento dell’aria gelida determinò la formazione di un nucleo di bassa pressione al suolo sulla Corsica, costringendo così il fiume gelido a deviare rapidamente verso ovest. Dopo aver coinvolto il Nord e la Regione Alpina, il nocciolo ciclonico slittò verso la Francia meridionale e l’area pirenaica.

TORMENTE DI NEVE – Naturalmente la complessa evoluzione ciclonica e la presenza d’aria freddissima anche alle quote superiori dell’atmosfera, oltre al forte vento dei bassi strati, esaltarono in modo significativo il peggioramento nevoso sul Nord Italia: nella sera del 13 dicembre, come nelle attese, la tormenta di neve paralizzò diverse località. In varie città, autostrade e strade, si ebbe un autentico “blizzard”, con fortissimo vento che portò la temperatura ben sottozero, mentre la neve secca e polverosa si infilava ovunque, depositandosi dappertutto. Il vento batteva così forte da impedire il camminare, il rumore del vento ululava, la neve si poggiava nelle palpebre.

VAL PADANA QUASI TUTTA INNEVATA – La mattina del 14 dicembre 2001 quasi tutta la Val Padana apparve imbiancata e congelata. La neve aveva fatto presa sui muri, sulle superfici verticali, e si era congelata infilandosi dappertutto. Fiocchi di neve in varie località della Liguria, sino al mare, così anche in parte della Toscana. Fu un fenomeno atmosferico molto rilevante per la Val Padana, non tanto per la quantità di neve caduta, ma certamente per la qualità dell’evento: a proposito di distribuzione della neve, ben poca quella caduta in Friuli e sul delta padano, da 10 a 20 cm tra la laguna veneta e il pedemonte vicentino e trevigiano, molta neve in Romagna, dove violenti temporali nevosi avevano riversato localmente oltre 20 cm di neve.

NEVE CON VENTI DA BUFERA – In Emilia era stato buono l’innevamento tra Bologna e Reggio, ma verso ovest, la precipitazione non era andata oltre Parma; in Lombardia solo la Brianza e l’area milanese avevano avuto precipitazioni di un certo rilevo, niente neve sul Piemonte orientale, mentre a causa dello stau alpino il manto nevoso aveva superato i 20 cm sulla fascia pedemontana più occidentale. La burrasca aveva interessato tutta la regione padana, superando sulla costa i 90 Kmh e i 100 sul Golfo di Trieste. Sembra davvero storia d’altri tempi, ma sono passati solamente 11 anni da un evento comunque più unico che raro.

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