METEO E CLIMA: in questo periodo nel quale si parla diffusamente di Global Warming, e di aumento costante dell’anidride carbonica nella nostra atmosfera, esiste almeno un segnale in controtendenza, cioè il periodo di forte calo dell’attività solare.
La nostra Stella, infatti, è una stella “variabile”, presenta dei cicli di maggiore o minore attività che si susseguono regolarmente nel tempo.
Per vari motivi legati alla sua struttura, il Sole presenta un ciclo regolare di 11-12 anni, durante il quale la sua attività raggiunge gradualmente un “picco” massimo, con molte macchie solari visibili sulla sua superficie, esplosioni solari con emissioni di radiazioni nello spazio, etc.,per poi gradualmente tornare ad un’attività minima nel corso degli anni successivi.
A questo “piccolo” ciclo, molto regolare, seguono altri cicli di durata secolare, nel corso dei quali l’attività rimane mediamente alta, oppure mediamente bassa per decenni o secoli.
La periodicità secolare è stata studiata e ricavata sia dalle osservazioni astronomiche della nostra Stella, che sono iniziate fin dal Seicento, sia dallo studio della quantità di C14 presente negli alberi o in reperti organici.
Il C14 è isotopo del Carbonio che si presenta in quantità maggiore o minore a seconda dell’attività del Sole, e quindi permette di esaminare l’andamento del Sole nel corso dei Secoli.
E’ stato così possibile individuare due grandi periodi di stasi solare, il Minimo di Spoerer, approssimativamente tra il Quattrocento ed il Cinquecento, ed il Minimo di Maunder, forse il più importante, che si verificò nel Seicento.
Ma, attenzione, durante i periodi di minima attività, il Sole irradia molto meno che nei periodi di massimo, si stima un calo di 4W/mq di irradiazione solare durante il famoso Minimo a metà del Seicento, e quindi anche le temperature medie globali diventano più basse, con un calo medio stimato di -1,0°; -1,5°C, ma che potrebbe essere stato a tratti anche maggiore.
E questo minimo solare pare abbia avuto i suoi massimi effetti durante la stagione invernale, particolarmente in Europa e Nord America, probabilmente favorendo gli scambi d’aria Nord – Sud durante il semestre freddo, e favorendo da una parte le avvezioni artiche dal Canada agli Stati Uniti, dall’altra le invasioni fredde siberiane in Europa.
Durante il “Minimo di Spoerer”, nel Quattrocento, una serie di inverni rigidissimi colpì l’Europa, portando a fenomeni insoliti, quali il congelamento di fiumi, laghi, ed anche tratti di mare europei.
Il secondo minimo, detto di Maunder, tra il 1650 ed il 1715, favorì anch’esso una serie di inverni rigidissimi sull’Europa, con il congelamento frequente del Tamigi a Londra e dei Laghi in Europa.
Dalle osservazioni sappiamo che nel XX Secolo si è avuto un novantennio di attività solare eccezionale, che potrebbe avere contribuito, negli ultimi 2-3 decenni, a causare un’impennata della temperatura globale ed una serie di inverni miti in ambito europeo.
Ma dall’ultimo ciclo iniziatosi nel 2005, l’attività solare sembra essersi molto ridotta, ed al momento nel 2018 stiamo entrando in un mimino molto profondo evidenziato dall’elevato numero di giorni in cui il Sole è rimasto privo di macchie.
Potrà essere questa la causa di un nuovo periodo di inverni eccezionalmente rigidi sul nostro Continente?
Tutto sta nel vedere come andrà l’evoluzione di questo ciclo, quando inizierà il prossimo e se sarà altrettanto debole, già alcuni scienziati annunciano l’arrivo di una nuova “Piccola Età Glaciale” come nel Seicento dovuta, appunto, all’indebolimento della nostra Stella.
Ma anche questo sarà tutto da dimostrare, nel frattempo non possiamo fare altro che monitorare il nostro Sole e vedere i suoi effetti sulle prossime stagioni invernali.
Una foto del nostro Sole “Bianco”, ovverosia privo di macchie solari.