La settimana meteorologica è stata vivace, con l’aria fredda che ha scavato tra lunedì e martedì sui mari a ovest dell’Italia una depressione che si è rapidamente spostata verso la Slovenia mercoledì e l’Ungheria giovedì, lasciando il paese in una situazione favorevole a fenomeni di instabilità atmosferica. In quota infatti la ferita non si è rimarginata e l’Italia è rimasta interessata da una conca depressionaria, con l’aria fredda che ha continuato ad affluire verso il Mediterraneo, favorita dalla posizione dell’anticiclone allungato verso nord in Atlantico. Il “fiume” artico, attraversata la regione francese, è andato dirigendosi, con l’approfondirsi di una bassa pressione al largo del Portogallo, sempre più a ovest, in modo che l’aria fredda da mercoledì, e più ancora giovedì, ha continuato a giungere da ovest sul nostro centro-nord, favorendo temporali soprattutto in Toscana e levante ligure, mentre al limite più meridionale dell’aria fredda una linea nuvolosa ha portato nevicate sull’Appennino centro-meridionale, specie sulla Sila. Il nordest, in particolare il settore alpino più orientale, più vicino al “cuore” della depressione, ha visto un tempo più chiuso, con neve in montagna, già a quote medio-basse.
La situazione non è destinata a grosse variazioni oggi, venerdì 26 marzo, in cui anzi il transito di un nuovo nucleo freddo porterà ad una accentuazione dell’instabilità pomeridiana al nord e sulla Toscana. Meglio sabato 27 quando le occasioni per temporali saranno minori e i fenomeni meno intensi. La distensione dell’anticiclone verso est nell’Europa centrale allontanerà la depressione (oggi minimo sulla Bielorussia, domani sulla regione di Mosca), favorendo l’afflusso di correnti orientali che faranno lievemente calare le temperature della libera atmosfera sul nordest. Le temperature al suolo saranno molto influenzate dall’entità del soleggiamento, subendo repentini cali nelle zone soggette a precipitazioni.
Domenica l’anticiclone invierà un cuneo verso sud tagliando l’alimentazione fredda da est alla depressione spagnola. Avremo un aumento di pressione sulle regioni centro-settentrionali italiane, dove l’atmosfera si stabilizzerà parzialmente con lo spegnersi della circolazione fredda in quota. Contemporaneamente un lieve spostamento verso est della depressione iberica, che a causa di una breccia nell’anticiclone all’altezza delle isole britanniche tornerà ad essere debolmente alimentata, stavolta da nord, favorirà l’intensificazione di correnti sciroccali su isole maggiori e Calabria, nel corso della giornata anche sulle altre regioni del sud e le centrali tirreniche. Probabilmente, mentre al sud le temperature saliranno, si formerà una linea di convergenza tra Sardegna e Calabria/Sicilia, con nuovo aumento delle nubi e precipitazioni.
Sabato 27 marzo al nord nuvoloso al mattino su Piemonte e bassa Val d’Aosta con deboli nevicate oltre gli 800 m, ma tendenza ad attenuazione della nuvolosità. Sulle altre regioni poco nuvoloso, con attività cumuliforme nelle ore centrali sui rilievi del nordest associata a qualche rovescio, nevoso oltre 5-600 m.. Temperatura stazionaria o in lieve aumento nel settore ovest nei valori massimi, venti deboli orientali.
Poco nuvoloso al centro con addensamenti lungo l’Appennino con isolati piovaschi sul settore abruzzese-molisano (quota neve 700 m) e sul versante adriatico, velature in serata sulla Sardegna. Temperature in lieve aumento sul settore tirrenico, stazionarie su quello adriatico. Venti deboli orientali.
Poco nuvoloso al sud. In serata aumento della nuvolosità su Sicilia e Calabria. Temperature in lieve aumento su versante tirrenico, Sicilia e Calabria ionica, stazionarie altrove. Vento da debole a moderato da ESE.
Bel tempo domenica 27 marzo al nord, con qualche annuvolamento stratificato dal pomeriggio su Alpi occidentali e Liguria. Temperature in lieve aumento. Venti deboli da est, tendenti a disporsi da sudest sulla Liguria.
Sulla Sardegna nuvoloso per nubi medio-alte ma via via avremo anche cumuli che dal pomeriggio potranno dar luogo a temporali nel sud dell’isola. Sulle altre regioni centrali cielo inizialmente sereno, con sviluppo di nubi cumuliformi nelle zone interne nel pomeriggio e progressivo aumento della nuvolosità su Lazio e bassa Toscana in serata. Temperature in lieve aumento. Venti orientali, tendenti a disporsi da sudest
Molto nuvoloso in Sicilia e Calabria (specie nel reggino) con piogge nella seconda parte della giornata e possibili temporali lungo le zone costiere in serata. Sulle altre regioni del sud nuvolosità stratificata in progressivo aumento a partire da Campania e Basilicata tirrenica. Venti moderati da scirocco. Temperature in aumento, più sensibile in montagna
Lunedì al nord irregolarmente nuvoloso con basso rischio di pioggia, nuvoloso al centro con piogge possibili, in particolare sul Lazio, perturbato al sud e sulle isole con piogge e temporali.
DOVE ANDIAMO
Potenza, il capoluogo della Basilicata, giace col suo nucleo storico sulla dorsale di un colle sulla sinistra del fiume Basento. In basso sono sorti, con l’espansione demografica e industriale, nuovi quartieri. E’uno dei capoluoghi di provincia più alti d’Italia e non a caso è anche tra i più nevosi. La storia della città è stata segnata dai terremoti, in particolare quello del 1273, al culmine di uno dei momenti più importanti della sua storia (5 anni prima era stato centro di una insurrezione ghibellina), e quello del 1694, dal quale si riprese lentamente, ma anche quello recente del 1980.
Specialità lucane sono gli insaccati di maiale con peperoncino (luganega deriva da lucanica, originaria della Lucania) e le paste fatte in casa: strascinati, orecchiette, cavatelli, strangolapreti, ravioli conditi con pomodoro e pecorino oppure con ricotta salata, a Melfi con sugo di noci. Tra i secondi prevalgono le carni di capretto e agnello, allo spiedo o alla griglia. Segnaliamo i cutturiddi, a base di interiora di agnello. Ottimi i latticini: pecorino, caciocavallo, ricotta, butirri e scamorze. Specialità dolciaria di Potenza sono gli ossi di morto, i taralli sono comuni alle regioni limitrofe. Pregiato vino Doc della provincia l’Aglianico del Vulture, un rosso prodotto anche nei tipi amabile e spumante.
Il nucleo antico, nella parte alta, è percorso da ovest, dove sorgeva il distrutto castello, a est dalla via Pretoria, principale arteria cittadina. Poco a nord di via Pretoria, il Duomo di origine romanica, rifatto però a fine ‘700. Nella parte ovest via Pretoria si apre nella Piazza Mario Pagano, ove sorgono vari edifici pubblici e, in una rientranza, la Chiesa di San Francesco. Poco distante la chiesetta di San Michele, del sec.XII.
A nord del centro storico, nel moderno rione Santa Maria, la chiesa di Santa Maria del Sepolcro è di origine duecentesca, ma rimaneggiata nel 1498 e 1650. Procedendo verso nord, nel medesimo rione, si giunge al Museo Archeologico Provinciale, ospitato in un moderno edificio, che raccoglie testimonianze della Lucania dal Paleolitico all’età romana. Fra i reperti armi (spicca un elmo corinzio del sec.VI a.C.), vasi di varie epoche, terrecotte dal tempio di Apollo Liceo di Metaponto, sculture greche (fra cui una statuetta in alabastro della dea Persefone del sec.V a.C.) e romane.
In questo fine settimana Potenza avrà un tempo bello sabato, con scarsa nuvolosità soprattutto pomeridiana, mentre domenica la nuvolosità, dapprima poco presente, aumenterà con nubi alte nel pomeriggio e ancor più in serata. Il vento da est/sudest, debole sabato, tenderà a rinforzare leggermente domenica, disponendosi più decisamente da scirocco. Temperature minime e massime 3°/9°C sabato e 4°/10°C domenica.
30 km a nord del capoluogo il Castello di Lagopesole è l’ultimo e il più vasto tra quelli fatti costruire da Federico II (1242). E’rimasto incompiuto alla morte dell’imperatore. E’ a pianta rettangolare con muri a bugnato, mastio e ornati gotici in arenaria rossa.
Procedendo ancora a nord si giunge a Rionero in Vulture, cui fa da sfondo a nordovest il profilo verde dell’omonimo monte, antico vulcano. Al monte, a quota 1326, si giunge per 5 km di strada panoramica o con un breve percorso in funivia dai laghi di Monticchio. Questi ultimi, a loro volta raggiungibili da Rionero con una strada di 10 km, occupano il doppio cratere dell’antico vulcano. Li divide un istmo dove sono i ruderi dell’Abbazia benedettina di Sant’Ippolito (sec.XII).
Ancora pochi chilometri e siamo a Melfi, dove la mole quadrilatera del Castello e il Duomo normanno segnano il profilo della città, su un colle vulcanico, ai piedi del versante settentrionale del Vulture. E’stata residenza dei re normanni e di Federico II. Il Castello, con una maestosa mole quadrilatera e torri poligonali, domina l’abitato da uno spiazzo panoramico. Eretto dai Normanni, rimaneggiato nel 1229, rifatto nel 1282, manomesso nel ‘500, fu teatro di 4 concili, vi fu bandita la prima crociata (nel 1089, sotto Papa Urbano II) e fu residenza di Federico II. Ospita un Museo Archeologico Nazionale, che raccoglie materiale rinvenuto negli abitati e nelle necropoli del territorio del Vulture, tra cui il Sarcofago di Rapolla, opera originaria dell’Asia Minore, del sec.II. Il Duomo, come il Castello, ha avuto vari danni dai numerosi terremoti, in particolare quelli del 1851 e 1930. La costruzione originaria è del 1155, ma fu rifatto nel sec.XVIII e appunto restaurato dopo i terremoti. Al suo fianco sorge il Palazzo del Vescovado.
Nel rientrare a Potenza consigliamo di passare da Venosa, la città romana sulla via Appia dove nacque Orazio nel 65 a.C., dove il Castello a pianta quadra eretto dal 1470 ospita un Museo Archeologico, ma dove soprattutto, all’estremità nord della città, in un interessante Parco Archeologico spiccano i resti delle Terme e dell’Anfiteatro Romano. Da vedere l’Abbazia della Ss.Trinità, suggestivo complesso formato da una chiesa vecchia (sec.XI), dalla sede abbaziale e da un incompiuta chiesa nuova. Accanto alla chiesa nuova le tracce del Battistero paleocristiano (sec.V).