La Terra viene colpita da un asteroide di circa 60 metri una volta ogni 1500 anni, mentre un asteroide di 400 metri di diametro potrebbe colpire il pianeta ogni 100mila anni. Sono numeri incoraggianti, ma che non ci possono far stare completamente tranquilli, anche in considerazione dei numerosi passaggi ravvicinati di oggetti spaziali come quello dello scorso 19 aprile, il più grande asteroide da oltre 10 anni. Le conseguenze di un eventuale impatto di un grosso asteroide sarebbero catastrofiche. E sono 1800 gli asteroidi vaganti considerati potenzialmente pericolosi, fra quelli censiti.
Se un oggetto di tali imponenti dimensioni fosse in rotta di collisione con la Terra, saremmo capaci di spostarlo? La risposta a questo interrogativo è prevista fra sette anni: nel 2024 una navicella grande più o meno come un frigorifero impatterà a 21.000 chilometri l’ora contro un asteroide del diametro di 160 metri. La missione denominata DART (Double Asteroid Redirection Test), è passata dalla fase di sviluppo concettuale a quella di progettazione e servirà a verificare se con l’attuale tecnologia siamo in grado di deviare un eventuale asteroide in rotta di collisione con la Terra.