Qualche tempo fa analizzammo insieme i possibili risvolti che avrebbe potuto avere una fase fredda nei confronti della vegetazione, oramai in procinto del risveglio vegetativo. Ebbene sottolineammo quanto sia importante tale step in vista della prossima stagione del raccolto, specie in seno a tutte quelle colture, erbacee o meno, tipicamente mediterranee e pertanto precocemente risvegliabili.
Una fase estremamente importante e delicata, durante la quale sono alti i rischi di danni, meccanici o fisiologici, tali da compromettere il futuro raccolto. E chi si occupa d’agricoltura, sa benissimo quanto possa essere deleterio il freddo in tal periodo dell’anno. Freddo che, alla luce delle ultime analisi ai principali modelli di previsione in nostro possesso, pare voglia riportare l’inverno in prossimità della conclusione del mese in essere.
Al momento sembra possa verificarsi una forte irruzione d’aria fredda sul bacino del Mediterraneo, con possibile formazione di depressione in seno al Tirreno e conseguenti fenomeni dovuti essenzialmente al contrasto tra l’aria più fredda a contatto col mare in fase di riscaldamento. Ecco allora che è lecito attendersi rovesci e temporali, mentre la neve, stando alle temperature previste, potrebbe interessare vaste zone della Penisola, anche a quote molto basse.
Un fenomeno che, se ben controllato e previsto, può determinare danni relativi. Tuttavia resta da valutare l’entità dell’irruzione, così come la sua traiettoria e la fenomenologia ad essa legata. Ricordiamo che il rischio maggiore è legato sia ai possibili danni ai giovani fiori, con perdita di parti fertili atte alla formazione successiva del seme, sia ai danni fisiologici derivanti da possibile neve gelata a contatto con gli stessi organi fiorali.
Ne deriva un potenziale allarme, che valuteremo nel corso dei prossimi editoriali. Invitiamo comunque gli addetti ai lavori a non sottovalutare l’importanza di una previsione a priori, onde evitare spiacevoli sorprese durante e dopo l’evento atteso.