La Vigilia di Natale è trascorsa ancora all’insegna di un vasto dominio anticiclonico, i cui massimi barici si sono gradualmente spostati fra Isole Britanniche e sud della Norvegia. Quest’espansione verso nord/est del campo altopressorio sarà alla base dell’imminente cambiamento verso le nostre regioni, ove si farà progressivamente strada l’aria fredda presente sull’Europa Orientale.
Il fianco orientale dell’Alta Pressione, proteso verso le nostre regioni, si è andato già gradualmente erodendo sotto il peso delle prime infiltrazioni d’aria più fredda. Solo nelle prossime ore si avrà quel deciso moto retrogrado dell’aria fredda sui Balcani verso le nostre regioni orientali, per la genesi di un ponte fra la porzione anticiclonica euro-altantica e quella russa. Rammentiamo che giungerà aria molto fredda d’origine polare, lontana parente delle vere irruzioni russo-siberiane continentali denominante con il termine di Burian.
La giornata odierna non ha fatto eccezione rispetto a quelle che l’hanno preceduta: l’ulteriore persistenza del ristagno delle masse d’aria nei bassi strati ha creato i presupposti per l’ulteriore accentuazione delle inversioni termiche, con condizioni meteo non sempre buone e soleggiate, specie sulla Val Padana, zone interne centrali e Val Padana. Nebbie e nubi basse hanno così favorito un clima umido ed uggioso. Come più volte ribadito, gli Anticicloni invernali non sono sempre sinonimo di bel tempo, come invece accade durante il semestre caldo.
In virtù di questa lunga militanza anticiclonica, l’andamento termico si è mostrato anche quest’oggi piuttosto bizzarro con valori termici anche in pieno giorno più freddi in pianura piuttosto che sui rilievi di media-alta montagna, in particolare lungo le zone maggiormente interessate dalle inversioni termiche. Un semplice esempio è sufficiente a far comprendere la portata di questa situazione: in diverse località della pianura emiliana, ove la nebbia si è mostrata molto fitta anche in pieno giorno, le temperature diurne hanno addirittura avuto difficoltà a superare la barriera degli zero gradi (giornata di ghiaccio a Piacenza con massima di -1°C). Di contro, sulle maggiori cime appenniniche le temperature si sono mostrate ben più alte: ai quasi 2200 metri del Monte Cimone si sono registrati 2 gradi.
I valori termici sono invece risultati ben più miti sulle zone di pianura e costiere del Centro-Sud interessate da maggiore soleggiamento, così come in Liguria. Qualche passaggio nuvoloso ha interessato parte del Triveneto e le zone meridionali adriatiche, per l’azione dei primi impulsi d’aria fredda dai quadranti settentrionali. Sulla Puglia si sono avuti i maggiori venti settentrionali, con raffiche ad oltre 50-60 km/h che hanno ulteriormente acuito la percezione del freddo.
Come ampiamente sottolineato, le condizioni meteo stanno per cambiare radicalmente non appena irromperanno le correnti più fredde provenienti da est, ma ancora per le prossime ore la nebbia resterà l’elemento predominante della situazione in Val Padana. La ventilazione più sostenuta sconfiggerà nebbie ed inversioni termiche nei bassi strati, ma in compenso determinerà un autentico tracollo termico, più sensibile in montagna per via delle condizioni avute questi giorni, con le maggiori anomalie termiche in quota. Il maggiore calo termico si avrà per il giorno di Santo Stefano, ma già domani la parte più avanzata dell’aria fredda sarà causa di una ciclogenesi in vicinanza della Sardegna con un conseguente progressivo peggioramento delle condizioni meteo.