Prima di Natale avevamo annunciato l’espansione ormai decisa dell’Anticiclone europeo verso latitudini più meridionali, e tali prospettive di ristabilizzazione definitiva anche per l’estremo sud dell’Italia hanno trovato conferma proprio a cavallo del lungo ponte Natalizio.
Al momento la cupola Altopressoria è infatti centrata in pieno sul nostro Paese, con valori al suolo molto elevati, diffusamente oltre i 1030 hPa.
Il trasferimento verso sud della vasta cupola d’alta Pressione ha stritolato la goccia fredda presente sulle coste nord Africane, lungamente protagonista in più fasi di questo Dicembre 2006.
Tale area instabile sul basso Mediterraneo ha significativamente influenzato le condizioni meteo sulle isole maggiori, che hanno vissuto un ultimo mese del 2006 assai piovoso fino a ridosso del Natale, in qualche caso con valori di piovosità eccezionali determinati dall’insistenza della medesima configurazione barica bloccata per più giorni.
La piovosità elevata delle isole maggiori e d’altre zone del sud Italia in questo Dicembre rappresenta tuttavia un’eccezione e un dato in controtendenza rispetto alle caratteristiche meteo che hanno dominato il resto d’Italia.
L’Alta Pressione così assoluta dominatrice dell’intero trimestre autunnale, e che ritroviamo al momento padrona assoluta del Mediterraneo centro-occidentale, ha quasi del tutto impedito il normale transito delle perturbazioni Atlantiche, uniche capaci d’assicurare un regime pluviometrico costante.
E dunque viviamo un fine d’anno siccitoso su gran parte del centro-nord dell’Italia, e sulle Alpi le vacanze sulla neve sono parzialmente salve solo grazie all’innevamento artificiale delle piste.
L’Alta Pressione che caratterizza la scena attuale, con un pesante abbraccio a tutta l’Italia, è in fase di progressivo invecchiamento, e la conseguenza principale da sottolineare è che la scarsa circolazione nei bassi strati va gradualmente a determinare un’intensificazione delle inversioni termiche e delle nebbie.
Sotto il profilo termico la situazione potrebbe in effetti apparire anomala, con forti gelate anche in pianura al nord, mentre risalendo di quota le temperature risultano più miti sulle aree collinari, e non certo rigidre nemmeno in montagna.
La causa è da attribuire, come già detto, all’inversione termica, elemento fortemente caratterizzante dei regimi anticiclonici nel semestre freddo. E con l’accumulo d’umidità, e la scarsa efficacia dell’azione solare, le nebbie e le foschie quest’oggi sono risultate persistenti in alcune zone persino nelle ore diurne più calde, favorendo così valori massimi assai rigidi, in particolare sul Veronese, ove non si sono superati gli zero gradi.
La posizione dell’Alta Pressione sopra le nostre teste e sull’Europa centrale ha favorito nel contempo la discesa d’aria più fredda artica sull’Europa dell’est, anche a latitudini insolitamente basse.
Nella giornata odierna il nucleo più potente d’aria fredda è posizionato fra mar Nero e Turchia, ma la presenza di una Depressione sull’Arabia Saudita ha facilitato l’arrivo dell’aria rigida a latitudini insolitamente basse, con temperature da pieno inverno su alcune aree desertiche del medio Oriente, e fiocchi di neve cadono anche su Gerusalemme.
In conclusione, per il breve-medio periodo non si prospettano novità significative, ed anche San Silvestro e Capodanno trascorreranno sotto l’influenza dell’Anticiclone, che tuttavia lascerà spazio a deboli infiltrazioni umide da sud-ovest, che potranno favorire nubi e qualche piovasco al nord.
Si tratterà delle prime azioni di disturbo di un vortice Polare sempre implacabile, ma questa stessa attività del Vortice Polare potrebbe subire forti variazioni in prospettiva, per via di un considerevole riscaldamento alle quote stratosferiche, che prima o poi andrà a riflettersi anche verso la troposfera, con la possibilità concreta che le Alte Pressioni riescano a risalire di latitudine, modificando dunque lo schema barico attuale.