Secondo le misure del Museo nazionale dell’Antartide “Felice Ippolito”, il Continente di ghiaccio ha una superficie di 13.828.000 chilometri quadrati, comprensiva delle piattaforme galleggianti. La parte orientale, che va anche sotto il nome di Grande Antartide, ha un’estensione di 9.860.000 chilometri quadrati: quasi quanto il Canada. Nel cuore di questa immensità sono presenti solo due basi abitate in permanenza, ma pure alcune decine di Aws (Automatic weather stations). Di queste si sono prese in considerazione Ago 4 (82°01′ di latitudine sud, 3.597 metri di quota secondo l’Amrc – Antarctic meteorological research center, che però, in altre parti del catalogo, la dà a 3.565 metri, archivio dal 1994 al 1998); Dome Fuji (77°31′ di latitudine sud, 3.810 metri di quota, in attività dal 5 febbraio 1997); Dome C II (75°12′ di latitudine sud e 3.250 metri di quota secondo Amrc, mentre l’Antarctic climate data la dà a 3.280 metri).
Sono disponibili varie serie di rilevamenti Aws, tra cui quelli a intervalli di dieci minuti, utili per ‘vivisezionare’ il clima antartico. Un intervallo di dieci minuti però, significa 144 misure al giorno di ogni parametro meteorologico, ovvero 4.320 per un mese di 30 giorni, 52.560 per l’anno non bisestile; possibili errori di calcolo sono quindi intrinseci alla mole di numeri da padroneggiare.
L’esame del 1994 di Ago 4 (l’archivio inizia il 28 gennaio) fornisce le seguenti temperature minime:
27 aprile, 30º rilevamento -80,4 °C
28 aprile, 141º rilevamento -81,3 °C
29 aprile, 12º rilevamento -81,6 °C
3 maggio, 85º rilevamento -81,1 °C
16 maggio, 20º rilevamento -83,7 °C
3 settembre, 143º, 144º rilevamento -81,9 °C
4 settembre, 94º rilevamento -82,8 °C
Va notato, altresì, che fra il 112º rilevamento (ore 18.40 circa) del 12 maggio e il 26º rilevamento (ore 4.20 circa) del 17 maggio (con un buco di mezz’ora nei rilevamenti 114º-116º del 13 maggio) la temperatura non sale mai oltre i -80 °C. Quanto ai dati invernali, le minime si toccano il 6 luglio con -80,2 °C e il 7 agosto con -82,3 °C.
Ad Amundsen-Scott (che, rispetto ad Ago 4, quota -762 metri; Vostok, -109 metri, del 1994 non possiede archivio) i valori minimi furono i seguenti:
3 aprile -68,9 °C
19 maggio -75,3 °C
8 settembre -76,4 °C
I record storici di Amundsen-Scott invece, sono questi:
8 aprile 1982 -75,1 °C
26 maggio 1982 -78,1 °C
14 settembre 1997 -80,4 °C
Le temperature record fatte segnare da Ago 4 nel 1994, tenuto conto della quota, sono dunque plausibili. Negli anni successivi (1996 e 1997 largamente incompleti), la stessa stazione difficilmente fa però segnare temperature inferiori a -70 °C (nel bimestre maggio – giugno 1998 tale valore non è neppure raggiunto), nemmeno nei mesi più freddi (luglio e agosto). Della facilità con cui, nel 1994, si sfondava la soglia dei -80 °C (cosa che a Vostok avviene tutti gli anni) non c’è più traccia. Prendendo in esame il semestre freddo del biennio 1994-’95, e ricavandone la temperatura media sulla base del 72º rilevamento (mezzogiorno) e del 144º (mezzanotte), per Ago 4 si ottengono i seguenti valori (seconda colonna 1995):
Apr. -70,1 °C -61,0 °C
Mag. -71,9 °C -62,9 °C
Giu. -64,4 °C -61,8 °C
Lug. -68,4 °C -54,4 °C
Ago. -70,7 °C -64,7 °C
Set. -66,5 °C -64,9 °C
Anno su anno, un delta di 9,1 °C ad aprile non sembra particolarmente accentuato, poiché a Vostok si dà il caso di un delta di 8,1 °C:
1973 -60,3 °C
1974 -68,4 °C
Un delta di 9,0 °C anno su anno a maggio, è vicino a quello di 8,8 °C a Vostok:
1975 -61,7 °C
1976 -70,5 °C
Il delta di 2,6 °C per giugno è nella norma; anno su anno, a Vostok si riscontra un delta medio di 3,7 °C e massimo di 10,9 °C:
1986 -70,6 °C
1987 -59,7 °C
Il delta di 14,0 °C a luglio invece, anno su anno non ha riscontro a Vostok, che mostra un delta massimo di 10,6 °C:
1982 -63,2 °C
1983 -73,8 °C
Dal punto di vista storico però, luglio a Vostok (che, con agosto, presenta la massima deviazione standard, pari a 3,5 °C) detiene un delta di 17,1 °C:
1983 -73,8 °C
1995 -56,7 °C
Il delta di agosto a 6,0 °C anno su anno è, invece, piuttosto frequente a Vostok, tant’è che nella serie storica si danno otto casi di delta superiore, con il seguente massimo di 11,7 °C:
1981 -60,7 °C
1982 -72,4 °C
Il delta di 1,6 °C di settembre, infine, sta al di sotto della normale oscillazione interannuale; a Vostok, anno su anno, il delta medio di settembre è 3,4 °C, con un massimo di 12,9 °C:
1963 -57,5 °C
1964 -70,4 °C
C’è però da notare, per quanto riguarda il semestre di Ago 4, che nel 1995 nessun mese scende mai al di sotto dei valori del 1994; la media complessiva inoltre, presenta un delta di 7,1 °C, che è molto accentuato:
1994 -68,7 °C
1995 -61,6 °C
A Vostok, anno su anno, il delta massimo del semestre freddo è 5,2 °C:
1979 -68,2 °C
1980 -63,0 °C
Storicamente invece, raggiunge un delta di 5,9 °C, rimanendo però lontano dai 7,1 °C di Ago 4:
1980 -63,0 °C
1993 -68,9 °C
La comparazione del semestre freddo di Amundsen-Scott per il 1994-’95 (ricordando che al Polo Sud le differenze interannuali sono meno accentuate) fornisce questi valori:
1994 -58,8 °C
1995 -60,0 °C
Un delta di soli 1,2 °C ma, soprattutto, un 1995 più freddo del 1994. Non è una prova, bensì un indizio. Perché l’archivio di Ago 4 fa sorgere alcune domande: sono omogenei i suoi dati? Il file del 1994 possiede le stesse caratteristiche dei successivi? E dato che tali stazioni sono, di norma, dotate di sensori posizionati a varie altezze, quelle del 1994 sono le stesse sonde, calibrate allo stesso modo, degli anni seguenti? Si resta, è ovvio, in un campo ipotetico, anche perché le serie sono sotto l’egida dell’Amrc; e l’Antarctic Aws data books, per quanto riguarda l’utilizzo, avverte che non è stato introdotto alcun tipo di correzione.
Escludendo, però, che il 1994 sia stato un anno eccezionale (non c’è traccia di eccezionalità ad Amundsen-Scott), il campo delle probabilità dice che, se le temperature del 1994 sono esatte, le successive eccedono; se, invece, sono esatte le successive, quelle del 1994 difettano. Il che suggerisce di utilizzare con cautela le une e le altre finché non sia reperita (se esiste) una documentazione di supporto.
Passando a Dome Fuji, si considerino i seguenti rilevamenti del 2 e 3 giugno 2003:
140º -67,0 °C
141º -2,8 °C
142º -66,6 °C
143º -2,8 °C
144º -66,8 °C
1º -2,8 °C
2º -66,8 °C
Dal terzo rilevamento del 3 giugno (ore 0.30 circa) la schizofrenia sembra finita. Sono possibili dati del genere? Si tratta di errori di registrazione o di trascrizione?
Un’altra serie della stessa stazione che innesca domande è la seguente, riferita al 22 giugno 2003 (nella seconda colonna la velocità del vento):
88º rilevamento -65,4 °C 0,0 mps
89º rilevamento -71,9 °C 47,5 mps
90º rilevamento -65,9 °C 0,0 mps
È reale un crollo di 6,5 °C in dieci minuti e una ripresa di 6,0 °C nei dieci successivi?
Passando a Dome C II, ecco una serie del 27 luglio 2001 che solleva analoghi dubbi:
5º rilevamento -71,0 °C
6º rilevamento -78,9 °C
7º rilevamento -70,6 °C
Gli esempi potrebbero continuare, ma finirebbero in un esercizio sterile. Quel che ci si propone, è discutere l’affidabilità delle stazioni automatiche: un problema che vale in Antartide come nel resto del mondo, dato che la misura del presunto effetto serra nasce anche da questi valori. Se il loro utilizzo non è critico, è facile giungere a conclusioni distorte, esagerate o fantasiose. Va poi sottolineato che le basi abitate in permanenza, dove tecnici e meteorologi tengano sotto controllo la strumentazione, offrono più ampie garanzie di affidabilità.
A tutt’oggi, nel cuore del Plateau orientale antartico, c’è una sola base che dispone di un archivio completo: Amundsen-Scott; Vostok, infatti, è spesso alle prese con problemi logistici, il che determina varie lacune (il 23 febbraio 2003 ha subito l’ultima sospensione dell’attività, col personale trasferito nella base costiera di Mirny, e i rilevamenti sono ripresi, in modo parziale, solo a febbraio di quest’anno; per l’archivio di Vostok si veda www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8558). Le Aws sono utili, a patto però di non scambiarle per oro colato. In fondo, mezzo secolo di clima del Grande Antartide (1957-2004) può essere studiato per intero solo grazie all’archivio di Amundsen-Scott. E una sola base, in un territorio esteso quasi quanto il Canada, è davvero poca cosa per trarre conclusioni di portata generale.