Dopo quella che, con un linguaggio figurato, si potrebbe definire una fase di stallo (vedi https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10534), dal 17 marzo il grande inverno antartico sembra aver fatto il suo definitivo ingresso. Le temperature minime, che il 16 marzo a Vostok si erano già portate a -60,3 °C e a Dome C II a -60,1 °C, in ventiquattro ore hanno subito un’ulteriore flessione. Ecco il quadro (massime in seconda colonna) alle 1800 GMT:
Dome C II (Aws) -61,2 °C -52,1 °C
Dome Fuji (Aws) -60,6 °C -51,4 °C
Vostok -61,5 °C -57,4 °C
Sul plateau, resta invece ancora lontana dalla soglia dei -60 °C Amundsen-Scott, dove la minima ha toccato i -53,1 °C, mentre la massima è salita a -48,5 °C (dati aggiornati alle 1200 GMT).
Alla base del Polo Sud, il 17 marzo 2004 il termometro era andato a -62,8 °C: per coincidenza, lo stesso dato misurato quel giorno a Vostok. La ricognizione d’archivio, ad Amundsen-Scott porta a galla un valore estremo, datato 17 marzo 1961, di -67,8 °C; a Vostok invece, negli ultimi otto anni la minima rimonta al 17 marzo 1998 con -68,5 °C.
Occorre in ogni caso considerare come, in questo periodo, le temperature tendano a scendere in modo molto rapido, poiché si avvicina l’equinozio (20 marzo) quando, al Polo Sud, il sole definitivamente scompare dall’orizzonte. La media mensile infatti, ad Amundsen-Scott tocca i -54,0 °C, mentre a Vostok arriva a -58,1 °C. Tra i casi di progressiva e marcata discesa che si possono ricordare in questo scorcio dell’anno, quello forse più significativo è stato registrato nel 1999 al Polo Sud; ecco la sequenza (massime in seconda colonna):
13 marzo -52,4 °C -43,3 °C
14 marzo -55,9 °C -49,7 °C
15 marzo -58,1 °C -53,9 °C
16 marzo -62,0 °C -54,9 °C
17 marzo -65,0 °C -59,5 °C
18 marzo -70,0 °C -63,3 °C
La perdita media fu di 2,9 °C / giorno nelle minime e di 3,3 °C / giorno per le massime. Da notare che il -70,0 °C è anche il record, nei valori registrati il 18 marzo, a partire dal 1957.