I peggiori effetti del riscaldamento globale, che agisce in tutto il globo, si manifestano soprattutto ai poli dove conserviamo le nostre riserve di ghiaccio. La barriera di Ross è una enorme piattaforma di ghiaccio situata nell’Antartide con una superficie di circa 473.000 km², paragonabile a quella della Francia.
Possiamo considerare questa piattaforma un gigantesco iceberg che galleggia sull’acqua, rimanendo collegato ai ghiacciai continentali. La sue dimensioni sono spaventose: oltre 800 km di larghezza e un’altezza che varia tra i 15 e 50 metri sopra il livello del mare.
Ben il 90% del volume dell’iceberg si trova sotto il livello del mare e parliamo quindi di uno spessore totale di centinaia di metri probabilmente. Questo gigante di ghiaccio sarebbe in crisi per via del riscaldamento superficiale degli oceani.
A sostenerlo è uno studio internazionale coordinato dall’Università di Cambridge, che ha messo in luce come la porzione nord-occidentale della piattaforma di ghiaccio si starebbe sciogliendo con una velocità superiore di dieci volte rispetto alla volta, in una zona delicata per la stabilità dell’intera struttura.
I risultati della ricerca, con dati ottenuti tramite una sonda oceanografica, dimostrano che le acque superficiali, maggiormente soggette al riscaldamento, riescono a penetrare nelle cavità sotto alla grande barriera di ghiaccio fino ad arrivare presso la costa dove l’iceberg si aggancia al continente antartico.
Queste infiltrazioni fanno triplicare i tassi di scioglimento durante i mesi estivi. Chiaramente il pericolo di distacco non è imminente, ma possibile in futuro, interamente o parzialmente. Se mai dovesse avvenire, una tale massa di ghiaccio disciolto non potrebbe che avere effetti disastrosi.