Chi ha paragonato in questi giorni l’anomalia termica e barica che ci interessa ormai da qualche mese a quella del 2003, non ha affermato nulla di tanto scandaloso. In effetti l’anomalia barica e termica che ci interessa ormai da mesi ha molti tratti comuni con quella terribile del 2003.
Partiamo con l’analisi delle configurazioni bariche che interessarono il Mediterraneo centrale in quella terribile estate. Dopo un inizio freddo di primavera che portò la neve in Puglia nel mese di Aprile, esattamente alla fine di quel mese (il 30) il flusso basso atlantico fino a quel momento abbastanza vivace subì un blocco ad opera di un potente anticiclone azzorriano che costrinse il flusso atlantico a prendere una traiettoria più settentrionale; contemporaneamente un potente anticiclone subtropicale in Africa settentrionale complice una onda semistazionaria presso la Gran Bretagna compì numerose avvezioni sull’Italia.
La situazione si sbloccò dopo quattro mesi esatti quando il 30 Agosto un movimento di erezione dell’anticiclone azzorriano verso l’Artide permise la discesa verso il nostro settentrione di un primo impulso perturbativo nord europeo foriero di fenomeni violenti su tutto il nord.
L’anomalia di questo autunno-inverno prende origine anch’essa da un blocco basso atlantico già riscontrabile alla fine di Settembre nonché da un pernicioso anticiclone subtropicale in continua erezione verso l’Italia grazie a una falla barica basso atlantica in continuo rinnovamento. Dunque anche in questa anomalia 2006-2007 come in quella del 2003 tre sono gli elementi di innesco del fenomeno:
1) Blocco del flusso basso atlantico
2) Flusso atlantico molto alto e con ondulazioni più o meno marcate in pieno oceano
3) Anticiclone africano semipermanente
Possiamo azzardare una ipotesi: siamo in presenza di una anomalia periodica di durata quadrimestrale e con tempi di ritorno che potrebbero essere ciclici.
Come il Nino? Può darsi, ancora è tutto da studiare il fenomeno e da monitorare; ma iniziamo a vedere se la sua durata sarà anche questa volta quadrimestrale; ponendo infatti l’inizio dell’anomalia alla fine di Settembre la scadenza dei quattro mesi avverrà alla fine di Gennaio; proprio quando molti modelli vedono un cambio radicale di circolazione.
Dirò di più. Sembra anche che le dinamiche di uscita dall’anomalia siano simili a quelle che delinearono la fine della torrida estate 2003. Siamo in presenza di una anomalia periodica e con tempi di ritorno prevedibili?
Possiamo correlare anomalie termico-bariche come questa e quella del 2003 con variazioni a piccola scala come nel caso del Nino o dobbiamo guardare ad altri parametri periodici per poter prevedere fenomeni come questo? Per il momento vediamo se questa anomalia come quella del 2003 sarà quadrimestrale e se così fosse mettiamoci a lavoro per capirne motivi e tempi di ritorno.