Encelado è una della lune ghiacciate di Saturno e potrebbe avere condizioni ideali per le ospitare la vita nell’oceano d’acqua liquida nascosto sotto i suoi ghiacci, a 30-40 chilometri di profondità. La scoperta, pubblicata sulla rivista Science e annunciata dalla Nasa in una conferenza stampa, è coordinata da Junter Waite, del Southwest Research Institut. Già da qualche anno è stata dimostrata la presenza di quest’oceano, sulla base dei dati rilevati dalla sonda Cassini, nell’ambito della missione che vede anche la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Ora, grazie allo strumento Ion Neutral Mass Spectrometer, sempre a bordo della sonda Cassini, sono stati individuati indizi della presenza, in fondo all’oceano di Encelado, di sorgenti geotermali che potrebbero essere simili a quelle note sulla Terra.
Gli ingredienti per ospitare la vita/Youtube/NASA Jet Propulsion Laboratory
In particolare sono stati rilevati idrogeno e anidride carbonica, entrambi da considerarsi come fattori chiave per il processo noto come metanogenesi, nient’altro che la produzione di metano da parte di microrganismi. Queste ulteriori scoperte rappresentano un passo in avanti davvero importante nel valutare quanto Encelado possa essere abitabile. All’astrobiologa Daniela Billi, dell’università di Roma Tor Vergata, i nuovi dati su Encelado suggeriscono uno scenario che ricorda la Terra com’era circa 3,8 miliardi di anni fa, quando sono comparse le prime forme di vita nelle cosiddette “lost city”, ossia negli sfiatatoi idrotermali scoperti nel 2000 in fondo al Pacifico e subito individuati come luoghi ideali per l’origine della vita. Altri esperti invitano però alla cautela, perché i segnali individuati sarebbero solo delle molecole semplici.