Gli inverni dal 1939 al 1947 furono estremamente rigidi e nevosi su tutto il Continente Europeo, con frequenti irruzioni di aria fredda provenienti dalla Russia.
Questo fatto contribuì ad aumentare i disagi di una popolazione già provata dalla Guerra, in particolare su quelle Nazioni, come Germania, Italia, Francia, ove le devastazioni furono particolarmente accentuate.
L’intero inverno 1946-47 fu rigido sull’Europa Occidentale, celebre fu la giornata di ghiaccio e di neve che avvolse tutta la nostra Penisola il giorno di Befana.
Ma fu il mese di Febbraio, in particolare, ad essere rigidissimo in Inghilterra.
Nella lunghissima serie termometrica di Gordon Manley relativa all’Inghilterra centrale, e che risale fino al 1659, il Febbraio del 1947 rimane il più freddo di tutti.
La neve rimase al suolo per 45 giorni a Londra, e per 71 giorni a Buxton, nel Derbyshire, mentre al celebre osservatorio di Greenwich si registrarono 14 giorni consecutivi con temperature sotto lo zero (ad Oxford furono 16 i giorni), a causa dei costanti e gelidi venti provenienti da est.
La neve, accumulata ed ammucchiata da tali venti, formò delle “dune di neve” altissime, spesse parecchi metri, che perdurarono fino a marzo inoltrato.
La temperatura scese fino a -21°C a Woburn nel Bedfordshire, il 25 Febbraio, mentre sul tunnel della linea ferroviaria Manchester – Sheffield, delle gigantesche stallattiti di ghiaccio minacciavano di rovinare sui treni, e furono rimosse.
Alcune di esse misuravano 6 metri di lunghezza e pesavano mezza tonnellata.
Per concludere in bellezza questa eccezionale ondata di freddo, si aggiunse il vetroghiaccio, che fece la sua comparsa il giorno 04 marzo.
La pioggia congelantesi distrusse migliaia di alberi, e racchiuse le finestre delle case in blocchi di ghiaccio.
Infine, a metà marzo il disgelo si accompagnò a disastrose alluvioni.