Le persone anziane che vivono nella zona del catanese o del siracusano dicono che difficilmente avevano visto piovere in questa maniera nelle loro zone. Le immagini diffuse dai media facevano vedere scene più consone alle zone del Polesine che delle assolate terre sicule.
Vedere interi pezzi della Piana di Catania sommerse sotto centimetri di acqua non è cosa di tutti i giorni. Il fiume Alcantara esondato in più punti, i torrenti dell’entroterra palermitano paurosamente gonfi d’acqua, strade e ferrovie interrotte in più punti, case scoperchiate da improvvise trombe d’aria. Questo lo scenario che si presenta nel “day after”.
La protezione civile locale avevano diramato un bollettino di allerta già nel giorno precedente. Ed in effetti la eccezionale gravità dell’ondata di maltempo appena passata non è stata totalmente imprevista.
In questo senso la conformazione fisica dei corsi d’acqua siculi non aiuta tanto in queste condizioni atmosferiche. Torrenti per lo più secchi d’estate con letti non adeguati a ricevere immense quantità d’acqua anche perché sempre pieni di detriti e quasi mai oggetto di pulitura.
Il positivo rovescio della medaglia è che gli invasi vanno riempiendosi ed in alcuni casi, se il trend pluviometrico attuale dovesse continuare, si potrebbe presentare lo spauracchio della problematica della tenuta di alcuni invasi stessi.
Intanto una veloce occhiata agli ultimi run dei modelli di previsione lasciano intravedere la possibilità che l’abbassamento del vortice polare possa portare un imbiancamento delle colline madonite e peloritane. Quanto a dire che dopo tanta acqua ci si potrebbe trovare a commentare tanta neve. Staremo a vedere.