Dopo le precipitazioni del 18-20 aprile, cresce ancora il manto nevoso dell’arco alpino occidentale. Secondo i dati di alcune stazioni dell’Arpa Piemonte ubicate al di sopra dei 2.000 m di quota, si rinviene una situazione di tale abbondanza, come da parecchi anni non veniva registrata a questo punto della stagione. Nel quadro seguente, ordinato in virtù dell’altezza dei siti (seconda colonna), è riportata la misura del manto precedente al 15 aprile (terza colonna) e la misura massima al 20 aprile (quarta colonna):
Pian delle Baracche | 2.135 m | 235 cm | 280 cm |
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Lago Pilone | 2.280 m | 205 cm | 240 cm |
Colle Barant | 2.294 m | 240 cm | nd |
Lago Agnel | 2.304 m | 260 cm | 350 cm |
Lago Dietro la Torre | 2.360 m | 170 cm | 250 cm |
Lago di Valsoera | 2.365 m | 280 cm | 370 cm |
Passo del Moro | 2.820 m | 380 cm | 465 cm |
Come si noterà, lo scenario è ineguale, ma tendenzialmente esprime una media superiore ai 320 cm con un apporto, nell’ultima settimana, compreso fra 35-90 cm. Depurando l’insieme dal dato del Passo del Moro, si ottiene una misura di quasi 300 cm nella fascia 2.100 – 2.400 m. A titolo incidentale si può aggiungere che proprio quota 2.400 m era ritenuto, nei vecchi manuali di climatologia alpina, il limite di registrazione dei massimi quantitativi di precipitazione, oltre cui il venir meno della capacità di saturazione di un’atmosfera sempre più rarefatta comportava una progressiva diminuzione delle precipitazioni stesse. Tale assunto, oggi, è stato in parte rivisto, alla luce delle acquisizioni derivanti dalle stazioni automatiche d’alta quota. D’altro canto, se è vero che il manto nevoso al Passo del Moro, nel massiccio del Monte Rosa, si giustifica per via d’una minore ablazione determinata dalla quota, è anche da rimarcare come i 54,0 mm caduti il 18-20 aprile si discostino poco dai 61,4 mm registrati a Macugnaga (1.360 m).
In ogni caso, proprio la fascia attorno ai 2.300-2.800 metri è quella in cui sboccano le lingue terminali dei principali ghiacciai del versante meridionale del Monte Rosa (Lys, Piode, Sesia – Vigne, Loccie, Verra; la fronte del Belvedere, a Macugnaga, sta attorno ai 1.800 m), ovvero l’area più vulnerabile ai calori estivi. È presto per dire se il manto nevoso sarà in grado di limitare l’ablazione dei mesi che verranno, però la situazione complessiva è forse la più favorevole dell’ultimo decennio.