Non si sa se esiste una “teleconnessione” tra il gran caldo presente sulla nostra Penisola durante l’Estate, ed il gelo che arriva esattamente sul Polo Antartico.
Tutti sanno dei -89,2°C toccati a Vostok nel Luglio 1983, proprio quando in Italia si realizzava la maggiore ondata di caldo dello scorso Secolo, probabilmente più intensa (anche se molto più breve), anche rispetto alle ondate di caldo dell’Estate 2003.
Proprio nel corso della caldissima stagione estiva italiana del 2003, la celebre stazione di Amundsen – Scott, situata proprio sul Polo Sud, registrò temperature frequentemente molto più basse della norma, ed inferiori ai -70°C (in controtendenza con il resto del Continente Antartico che fu più caldo della norma).
Anche in questi giorni, la temperatura ha raggiunto una minima di -73°C, decisamente più in basso rispetto alla media di questo periodo, che è pari a -58°C.
In effetti, la temperatura minima sulla base Antartica si raggiunge solitamente durante il mese di Agosto, quando i lunghi mesi di oscurità determinano i loro maggiori effetti sul calo termico locale.
Da notare che questo freddo notevole nel cuore del Continente Antartico coincide, anche stavolta, con un periodo caldo sulla nostra Penisola, soprattutto in virtù delle elevate temperature ad 850 hPa previste nei prossimi giorni.
Tuttavia, è anche vero che in Italia Luglio è il mese più caldo, quindi non è detto che si tratti di una teleconnessione.
Riguardo, invece, alle temperature antartiche a livello generale, non si riscontrano, attualmente, un aumento termico deciso in linea con le indicazioni date dalla teoria dell’Effetto Serra.
Solo sulla Penisola Antartica tale aumento della temperatura sembra ben consolidato.
In generale, comunque, sembra che negli ultimi anni sia diminuita l’escursione termica annuale, con inverni antartici che diventano più miti, ed Estati antartiche più fredde.
E’ come se la continentalizzazione del clima stia diminuendo, fatto, questo, che potrebbe andare incontro alla teoria che prevede una maggiore velocità delle correnti in quota occidentali, in seguito al surplus di energia disponibile nel sistema atmosferico per la presenza della CO2.