L’evoluzione generale
Il disegno che da tempo stiamo seguendo pare prender forma col passare dei giorni. Il tutto grazie alla disposizione delle figure bariche in una delle più classiche configurazioni invernali. Alta delle Azzorre in spinta dinamica verso Nord e successivo piegamento verso Est, Vortice Polare in movimento verso Oriente con una gelida saccatura Russa pronta a gettarsi nel Mediterraneo col suo carico di aria fredda continentale al seguito.
Ma non è tutto, perché potrebbe isolarsi un nucleo di alta pressione sulla Scandinavia, con depressione bloccata in sede Mediterranea. E se i movimenti progressivi ipotizzabili dovessero essere rispettati, alla riapertura della porta Nord Europea ecco che un possente fronte polare potrebbe dar vita ad una successiva irruzione Artico-Marittima verso Sud.
Il tempo previsto in Europa e sull’Italia
Và subito precisato che lo scenario appena proposto risulterebbe quanto di più invernale possa capitare di questo periodo, con risvolti crudi su buona parte dell’Europa centro orientale in progressione verso il bacino del Mediterraneo. Un disegno che avrebbe buona possibilità di concretizzazione se si considera il raffreddamento che subirà l’Artico Europeo in seno alla ripresa del Vortice Polare in prossimità della Penisola Scandinava.
Và detto peraltro che già in concomitanza della festa dell’Immacolata si dovrebbero manifestare i primi segni di tal cambiamento, con nuovo peggioramento e calo termico sulle regioni Centro Settentrionali, dove non mancheranno le occasioni per nuove nevicate. Ma proprio da tale evoluzione potrebbe dipendere la riuscita dello schema sopra descritto, sia nei tempi che nei modi.
E come descritto nell’ultima analisi a lungo termine, un ruolo fondamentale verrà svolto dalla porzione canadese del Vortice Polare, visto in espansione ed approfondimento in pieno Oceano Atlantico, laddove darà un aiuto fondamentale alla risalita dell’anticiclone oceanico prima ed il suo piegamento verso Est successivamente.
Sarebbe il punto di partenza verso una fase che per circa 10 giorni catapulterebbe la porzione Centro orientale del Continente verso il grande freddo.
In conclusione
Vogliamo tuttavia far presente che anche se attualmente non si riscontrano temperature gelide nei Paesi dai quali dovrebbe prender corpo la fase fredda, i prossimi giorni porteranno con tutta probabilità un repentino quanto intenso raffreddamento. Non si raggiungeranno di certo i valori di gennaio o febbraio, ma affinché si concretizzi una fase invernale non sono necessari di certo record di freddo tali da far balzare l’osservatore in piedi sulla sedia.