La tendenza descritta nel precedente intervento di questa rubrica è stata confermata dal nostro Ensemble del Meteogiornale. In realtà ci sono, anche questa volta, alcune osservazioni su cui riflettere: l’asse di Woejkoff si è formato molto più a Nord del previsto. Così il flusso antizonale si è avuto sul Mar Baltico, anziché su Austria e Germania come si poteva inizialmente intendere. Questo fa sì che l’Italia non venga coinvolta in tale discorso. Un vortice depressionario originato dalle correnti continentali dalla Francia muove in senso zonale sull’Italia, per poi imporre venti settentrionali al Nord della penisola. Ciononostante si avrà lo stesso un sensibile calo termico, sia pur con venti da Nord, ma con un sensibile ritardo. Ovviamente niente Stau al NW dell’Italia, dove il tempo è assimilabile a quello che si ha con la caduta di aria polare marittima – in questo caso più fredda del solito.
Osservazioni queste non così sostanziali, ma che permettono di notare una revisione non nuova: già nella transizione tra le prime due decadi di questo mese un ponte anticiclonico si era formato più a Nord di quanto inizialmente previsto.
30 dicembre 2005 – 1 gennaio 2006
Si rompe l’asse anticiclonico tra l’Atlantico e il Continente. Rinforza il vortice d’Islanda, tipica figura dell’atmosfera temperata. Alcuni fronti transitano, soprattutto al Nord Italia, con venti di libeccio.
Poderoso rialzo termico, soprattutto al Nord Italia, dove il calo nel periodo precedente è stato più sensibile. Qui le temperature salgono fino a 0/+2°C@850hPa, con un aumento netto di circa 10°C.
Il rialzo termico, a causa dei venti meridionali, è però molto graduale e meno sensibile nei bassi strati.
Possibili nevicate probabilmente anche sulle pianure del Nord Italia quindi.
In Europa deciso rialzo termico anche sul settore orientale: un vortice sull’Egeo dispone venti meridionali al bordo occidentale dell’Anticiclone Russo.
2-8 gennaio 2006*
Dapprima in modo incerto e poi più decisamente, si riforma il ponte anticiclonico tra l’Anticiclone delle Azzorre, che torna presso l’Italia imponendo venti nuovamente settentrionali, e l’Anticiclone Russo sull’Europa Orientale. Il ponte anticiclonico sarà sulle Alpi.
Sull’Italia vortice depressionario, soprattutto al Sud Italia. Temperature in diminuzione al Nord Italia e sull’Adriatico: dopo un breve periodo più mite tornano nelle medie del periodo.
Ampliando lo sguardo notiamo che l’Alta Russa torna ad espandersi sui paralleli e con asse NE-SW, riproponendo un deciso raffreddamento dell’Europa Orientale fino ai paesi a N delle Alpi (Germania, Svizzera, Austria).
9-11 gennaio
Tra le due figure anticicloniche appare ora più marcata una saccatura sull’Italia, con venti a circolazione ciclonica. Temperature incerte, probabilmente stazionarie.
Riepilogo
Si ripropone nel senso più classico dell’inverno il dualismo tra il tempo zonale comandato dal vortice polare/islandese e il rigore dell’Anticiclone Russo.
Unica nota, ma rilevante, di disturbo è rappresentata dall’Anticiclone delle Azzorre. Questo, disteso sul Mediterraneo occidentale, offre una invitante sede alle ciclogenesi sulla penisola italiana, ma in parte blocca anche i freddi venti orientali.
Più volte vortici depressionari restano incastrati tra i due anticicloni. In altre parole, l’ondulazione globale è favorevole a vortici sul Mediterraneo centrale.
I venti sulle Alpi restano prevalentemente settentrionali, ma con alcune eccezioni associati ad eventuali fronti atlantici che potrebbero portare qualche sorpresa dove finora la neve è mancata.
Ne esce in definitiva un quadro complicato e delicato, soprattutto per l’Italia, paese in cui confluiscono correnti di natura assai variegata.