Procediamo all’analisi dell’ultima emissione del modello GFS/Ensemble, run 12Z del 21-02-2006 (per le mappe vedi www.meteogiornale.it/mappe/index.php#ENS).
Puntuale l’episodio zonale ha riportato le attese piogge al Nord Italia, seguite in alcuni casi da anomali temporali sulle pianure nord-occidentali. È tornata la neve sulle Alpi Occidentali: per la prima volta dall’inizio della stagione fredda una neve meno umida anche a bassa quota, ma di nuovo non si può parlare di freddo intenso. Quest’anno possiamo ormai sentenziare che il freddo intenso e diffuso difficilmente arriverà su questo lembo della catena montuosa. Neve persistente sopra i 700m di quota sulle Alpi Nord-Occidentali, pioggia sulle pianure appoggiate ai monti e di nuovo neve sulle più basse pianure, come vuolsi da alcuni anni su questa particolare regione italiana.
Al Sud Italia tempo inizialmente migliore e più mite. Tendenza quindi mediamente confermata.
24-28 febbraio 2006
Eccoci all’ultimo episodio invernale, come accennato nella precedente analisi.
Almeno in un primo tempo le temperature diminuiscono solo al Nord Italia, segnatamente sulla Pianura Padana e sulle Alpi. La diminuzione è di pochi gradi, non pare trattarsi di freddo significativo (-4/-6°C a 850hPa).
Notevoli depressioni potrebbero formarsi sul Mediterraneo centrale, con richiamo di scirocco sull’Adriatico. Altrettanto significative precipitazioni al Sud Italia. Rispetto alla precedente analisi quindi non si conferma il possibile freddo al Sud Italia.
L’aria fredda arriva da Est, pilotata da una anomala posizione dell’anticiclone dinamico atlantico, che si fonde con l’alta groenlandese, ma non in meridiano, bensì sui paralleli fino al Mar Baltico. La mancanza di un evidente moto antizonale disperde il freddo più consistente ai confini dell’Italia orientale.
Tempo instabile comunque anche su tutto il Nord Italia, causato dall’influenza marginale di depressioni mediterranee o addirittura stau per venti orientali presso le Alpi Occidentali a inizio periodo.
1-5 marzo 2006
L’anticiclone atlantico si ritira sull’Oceano e si pone in meridiano, rinforza sulla Scandinavia il consueto Vortice Polare. I venti ruotano sull’Italia da E a N-NE, e poi W.
Ancora una volta – è già successo lo scorso anno, la primavera inizia con un’irruzione di aria fredda da N-NE che potrebbe portare al Nord Italia, in alcune località, le temperature più basse dall’inizio dell’anno. Da confermare, si tratterebbe di un episodio effimero.
Ben presto infatti cede anche la componente meridiana dell’anticiclone atlantico, e si ristabilisce un deciso flusso zonale.
In questo periodo in Italia almeno una perturbazione dovrebbe transitare al centro-nord (pianura padana e regioni nord-occidentali incluse) determinando le ultime nevicate a quote molto basse, probabilmente in pianura.
Sin dal 24 gran freddo (ancora una volta) sull’Europa Orientale e la Scandinavia. Non più su Egeo e Mar Nero a causa di un più marcato flusso orientale anziché nord-orientale come spesso accaduto in periodi precedenti.
Freddo moderato invece in estensione all’Europa centro-occidentale, fin verso le isole britanniche, Francia e Germania.
6-8 marzo 2006
La primavera chiama a sé l’Anticiclone Sub-tropicale di matrice africana sull’Italia. Questa rimonta dovrebbe almeno in parte indebolire i fronti perturbati atlantici. Sale decisamente la temperatura, soprattutto al Nord Italia, anche su valori oltre le medie del periodo.
Ad est dell’anticiclone potrebbe tornare il freddo intenso sull’Egeo ed il Mar Nero. L’Italia meridionale potrebbe essere parzialmente coinvolta in questo tempo freddo e perturbato, infatti qui le temperature potrebbero nuovamente diminuire.
Si tratta di un periodo la cui precisa evoluzione necessita ancora conferme.
Riepilogo
L’anomala posizione dell’Anticiclone Atlantico prolunga l’inverno fino al suo termine naturale, il 28 febbraio. Già dopo i primissimi giorni di marzo potrebbe ristabilirsi un tempo più mite, atlantico, ma sempre instabile. A più lungo termine aumentano ulteriormente le temperature e potrebbe anche ristabilirsi l’Anticiclone su parte dell’Italia. In riserva la tendenza per il Sud Italia, possibilmente sfiorato da un ritorno di aria fredda continentale.
Questo è l’ultimo appuntamento per l’analisi della tendenza relativa alla stagione invernale. Con il ritorno della primavera le previsioni si fanno più difficili a causa dei maggiori contrasti atmosferici. Le configurazioni atmosferiche, fin qui ripetitive e piuttosto statiche diventano ora molto più varie e aperte a repentini cambiamenti. Come tutti gli anni quindi le nostre analisi potrebbero diventare più sintetiche, in funzione della dispersione cui le soluzioni dei modelli vanno in contro.