Confermate le cadute di pressione tra il 16 ed il 20, dobbiamo notare come diversi episodi perturbati abbiano interrotto in alcune zone d’Italia la quiete anticiclonica, che resta invece più consolidata sui versanti nostrani delle Alpi.
Periodo 20-25 gennaio 2006
Eccoci subito a parlare di una new-entry nella configurazione atmosferica di questa stagione. Si tratta del più grande spauracchio delle estati da caldo record e degli inverni miti e asciutti. È l’anomalo anticiclone sub-tropicale di matrice africana.
Nel nostro caso il suo dominio in Italia è ora più normale, episodico, e si inserisce nell’abituale conformazione di questo corrente inverno. Ovvero l’Asse di Woejkoff con direttrice Nord-Est – Sud-Ovest.
Notiamo 3 punti d’azione.
Il primo è una interessante novità della stagione. Dopo una prima prova a fine dicembre l’Anticiclone Russo-Siberiano acquisisce una stabile impronta termica e si inserisce in pianta stabile sulla Russia europea. Qui domina più settimane con temperature molto rigide.
L’anticiclone termico è per sua natura assai più stabile di uno dinamico, in quanto resiste anche a depressioni e saccature in quota.
Il secondo punto lo osserviamo sull’Atlantico, dove si ha un deciso rafforzamento del mite Ciclone d’Islanda, la figura antagonista dell’alta russa.
Il terzo punto è individuato nell’Anticiclone sub-tropicale di matrice africana, che corroborato da un notevole innesto di aria relativamente molto calda in quota si afferma sull’Italia, collegandosi verso NE con l’anticiclone russo-siberiano (si riforma l’Asse di Woejkoff).
Questa figura altopressoria mantiene lontana sia l’influenza perturbata del flusso zonale atlantico, sia quella del flusso antizonale collegato all’anticiclone termico russo-siberiano.
I venti si dispongono in prevalenza dai quadranti settentrionali, inizialmente, e poi orientali perché l’anticiclone posiziona il massimo a Nord delle Alpi, passando dalla Penisola Iberica alla Germania nel corso del fine settimana.
Sabato o domenica appaiono come le giornate più miti, con temperature in libera atmosfera fino a +4°C a 850hPa. Un aumento quindi di circa 7-8°C rispetto alle condizioni attuali, ma che si avvertirà soprattutto in quota. Ancora una volta le inversioni termiche potrebbero limitare gli effetti sulle pianure, soprattutto in caso di nebbia o cielo sereno.
A fine periodo il vicino gelo continentale potrebbe portare un sensibile abbassamento delle temperature almeno sulle regioni adriatiche e meridionali, entro le medie del periodo.
Periodo 25/26 gennaio – 1 febbraio 2006
Quella che descriviamo potrebbe essere una rilevante novità, soprattutto per alcune regioni italiane.
Infatti l’anticiclone dinamico atlantico e con matrice sub-tropicale subisce un veloce riassorbimento. La sua scomparsa viene colmata sull’Atlantico dal mite Ciclone d’Islanda, che estende la sua influenza fin verso l’Italia.
Contemporaneamente il robusto anticiclone termico russo-siberiano si rafforza ulteriormente, dispiegando venti da SE fin verso l’Italia.
La nostra nazione viene così a trovarsi nella confluenza tra queste due diverse azioni. I venti si dispongono dai quadranti meridionali o di scirocco.
Le temperature sono in leggera diminuzione.
L’aria molto umida potrebbe determinare stau sulle regioni alpine, e provocare nevicate anche dove finora sono mancate.
Riepilogo
Spicca ovviamente in primo piano il vivace periodo di fine mese.
L’anticiclone russo-siberiano, esteso dalla Siberia verso l’Europa centrale si rafforza inesorabilmente con il passare dei giorni, fino ad arrivare alle porte dell’Italia.
Si consideri che l’anticiclone termico porta con sé temperature di almeno -15°C a 850hPa fin verso la Polonia; solo l’improvvisa chiusura delle isobare mitiga rapidamente l’aria procedendo verso ovest.
L’opinione di chi scrive, per una volta sia detto – ma solo per inciso – è che questa situazione potrebbe riservare alcune sorprese, con l’arrivo sia pur episodico di aria molto fredda sulle nostre pianure settentrionali.
Una possibilità che parrebbe oggi remota. Infatti l’Ensemble del Meteogiornale non vede l’arrivo del freddo stabile, per ora, in nessuna delle sue soluzioni. Il Ciclone d’Islanda dovrebbe proteggere l’Italia da una seria avvezione fredda, che in questo caso sarebbe stata assai incisiva. Piuttosto, il piegare da Sud dei venti potrebbe favorire una situazione leggermente perturbata e con temperature nella media del periodo. Oppure, in una continuità inesorabile, potrebbe essere un nuovo recupero anticiclonico sub-tropicale a porre da freno a diminuzioni termiche e peggioramenti atmosferici.