Riassunto delle puntate precedenti. Ad inizio anno si verifica l’atteso poderoso rialzo termico in quota, determinato da un abbassamento di latitudine dell’asse anticiclonico. Allo stesso tempo permane un debole asse di Woejkoff che unisce l’alta pressione atlantica con quella continentale. Così mentre le temperature salgono in quota, in numerose pianure e valli (soprattutto al Nord Italia) resistono significative inversioni termiche, particolarmente avvalorate dal momento dell’anno che le rende di facile formazione.
Da notare che l’Anticiclone ormai non più russo-siberiano, ma centrato sull’Europa orientale tra le regioni balcaniche e il Mar Nero, non è termico. È dinamico, ovvero strutturato con un notevole supporto di aria calda in quota.
Periodo 13-25 gennaio 2006
Stabilità è la parola d’ordine del nostro consueto Ensemble del Meteogiornale basato su dati GFS dell’NCEP.
Per numerosi giorni permane l’anticiclone russo, con ventilazione inconsistente da Est. Tale circolazione mantiene temperature attorno alle medie sulle pianure e un po’ oltre la media in montagna al di sopra delle valli ancora al riparo dal sole.
In libera atmosfera e in quota notiamo una temperatura più bassa al Sud Italia che non al Nord Italia; caso tipico degli ultimi inverni, ma ora poco marcato, nell’ordine dei normali flussi atmosferici. La causa è la vicinanza di vortice sull’Egeo che convoglia aria continentale tra l’Adriatico Meridionale e lo Ionio. Vortice tuttavia in dissolvimento.
Ovunque debole ventilazione in prevalenza sud-orientale.
Ad ovest dell’Anticiclone permane il mite vortice d’Islanda, ben strutturato, ma che non riesce a influenzare il tempo sulle nostre regioni.
Temperature stazionarie, sotto la media solo in caso di nebbia e marcate inversioni termiche in pianura; altrove sopra le medie del periodo.
Lunghi periodi soleggiati sono probabili su tutt’Italia, ma soprattutto al nord.
Possibili novità al momento poco rilevanti, ma almeno da segnalare per seguire eventuali sviluppi: verso il 19-20 cede l’asse anticiclonico con l’Alta Russa. In realtà già verso il 16 cede il ponte con l’Anticiclone delle Azzorre e un possibile debole fronte insidia l’Italia occidentale con venti meridionali. Dopo il 20 invece è la parte continentale a mostrare una più interessante incertezza. Una possibile saccatura scende dal Polo verso l’Italia meridionale, con conseguente calo termico nella zona, più marcato a fine periodo.
Mediamente resta con pressione più elevata l’Italia settentrionale, incluse le Alpi: possibile addirittura un contributo sub-tropicale in quota, ma con venti al suolo ancora orientali. Gennaio, il mese dell’anno con meno precipitazioni sulle Alpi, pare pretendere in modo significativo questo primato.
Gennaio è anche il mese più freddo dell’anno, ma da questo punto di vista non sono evidenti al momento particolari degni di nota.
Riepilogo
Gran parte di gennaio pare dominata dall’Anticiclone proteso dall’Europa orientale verso l’Italia, il che è normale. Con il passare dei giorni l’Anticiclone si stanzia più decisamente sull’Italia e in particolare sulle Alpi. A fine periodo torna a raffreddarsi l’Europa orientale per la discesa di una saccatura che potrebbe influenzare il tempo anche nell’Italia meridionale. Questa tendenza andrà osservata con cura nelle prossime analisi.
Da notare che perdura quantomeno su parte delle Alpi Graie e Cozie dai primi giorni dell’ottobre 2005 una anomala siccità, che pare destinata a continuare.